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La Sardegna taglia i progettisti esterni

CNI: la redazione del progetto non può essere un impegno occasionale. In Sardegna oltre 10.000 professionisti tecnici

mercoledì 21 gennaio 2015 - Redazione Build News

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“Prima di preoccuparsi di progettare al proprio interno, la Pubblica Amministrazione dovrebbe impegnarsi ad offrire al cittadino un servizio di qualità e in tempi certi attraverso un buon management del processo di progettazione e realizzazione”.

Parola del vice presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, Gianni Massa, che interviene su una norma in materia di opere pubbliche contenuta nella Legge Finanziaria 2015 della Regione Sardegna (comma 1 dell'articolo 5), che testualmente recita: “Ciò permetterà di conseguire evidenti vantaggi in termini di riduzione dei tempi di esecuzione delle opere mediante l’eliminazione dei cosiddetti “intermediari esterni” nelle attività di progettazione e realizzazione delle infrastrutture pubbliche”. 


“I cosiddetti ‘intermediari esterni’ della progettazione e realizzazione, come definiti nel disegno di legge - commenta il cagliaritano Gianni Massa - sono i professionisti che ogni giorno lavorano sul campo della progettazione, del controllo e della realizzazione delle opere pubbliche. E’ piuttosto singolare che il governo regionale si esprima, in particolare nel disegno di legge sul Bilancio che rappresenta la traduzione applicativa del pensiero politico, nella direzione della loro eliminazione. E’ bene ricordare che solo i professionisti dell’area tecnica in Sardegna sono oltre 10.000, senza considerare l’indotto, e rappresentano una percentuale rilevante del Pil della nostra regione. Le cosiddette ‘intermediazioni esterne’ altro non sono che posti di lavoro”.

LA REDAZIONE DEL PROGETTO NON PUÒ ESSERE UN IMPEGNO OCCASIONALE. Per il Consiglio nazionale degli Ingegneri “è corretto pensare di istituire uffici di progettazione interni alla PA (senza che questo possa presupporre “l’eliminazione dei professionisti esterni”), ma questo implica la costruzione di uffici che lo fanno quotidianamente, specializzati nelle differenti discipline. Redigere il progetto non può essere un impegno “occasionale” o che va a discapito di altre fondamentali funzioni tecnico-amministrative, quali il controllo e il management del procedimento”.

“Se la Pubblica Amministrazione – conclude il vicepresidente CNI – vuole occuparsi della progettazione, è corretto istituire uffici preposti a patto, però, che i progettisti impiegati siano obbligati a possedere e documentare i medesimi requisiti professionali richiesti ai liberi professionisti e che il progetto sia unico e multidisciplinare, non la somma di 'consulenze esterne'”.  

OICE: IL RISCHIO È MAGGIORI COSTI, MINORE QUALITÀ E DISTORSIONI OPERATIVE. L’OICE (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica) da venti anni chiede con forza una maggiore esternalizzazione della progettazione e una modifica del ruolo della Pubblica Amministrazione. “Colpisce in primo luogo – dichiara il vice presidente dell'OICE ing. Maurizio Boi - che nella relazione di accompagnamento del provvedimento si parli testualmente di intermediari esterni della progettazione; è assurdo che un ente pubblico si permetta di insultare una intera categoria che da sempre è al servizio dello Stato per dare concretezza ai programmi di investimento e che negli ultimi anni è sempre più vessata sotto ogni profilo. In primo luogo quindi, ci vuole rispetto per professionisti e società di ingegneria che con corrispettivi ridicoli progettano il territorio”.

Nel merito Maurizio Boi critica l’impostazione che guida la scelta di riformare l’AREA: “E’ la seconda volta che la Regione annuncia in un disegno una nuova internalizzazione delle attività tecniche. Nulla da eccepire dal punto di vista normativo perché nessuno può negare la legittimità della P.A. di rafforzare i propri organici. Ma è sul punto dell’opportunità che tutto ciò è assurdo. Il rafforzamento deve essere sulle fasi di programmazione e controllo, mentre è antistorico, fonte di inefficienza e diseconomia rafforzare la progettazione. Anche la mia esperienza come membro del board EFCA e in FIDIC mi fa dire che in tutto il mondo le amministrazioni esternalizzano al massimo l’attività progettuale che oggi è sempre più tecnicamente sofisticata e richiede metodologie e processi altamente innovativi quali ad esempio il BIM. E’ folle pensare di potere attrezzare e formare decine di tecnici interni alle amministrazioni, peraltro da tenere costantemente aggiornati, per fare quello che a costi più bassi e a qualità maggiore può essere fatto dai privati scelti con le dovute garanzie di trasparenza e qualità”.

Pesanti anche i rischi dal punto di vista finanziario per la Regione stessa: “Infine – conclude Maurizio Boi - mi permetto di notare come tutto questo sarebbe un boomerang per le stesse finanze regionali in quanto così facendo si favorirebbe l’applicazione dell’incentivo del 2% a favore dei tecnici pubblici, ancora follemente previsto dalla nostra normativa e in molti casi fonte di distorsioni di vario tipo. Chiediamo un immediato intervento delle forze politiche che hanno a cuore la dignità della professione e gli interessi pubblici generali affinché sia al più presto modificata la norma e ricondotto il ruolo della Pubblica Amministrazione alle necessarie funzioni di programmazione e controllo. Diversamente ci si prepari ad affrontare una crescente disoccupazione professionale, un’inefficienza dell’azione amministrativa e una pessima qualità progettuale”.

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