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Atti immobiliari, elettricità e gas, le liberalizzazioni che non convincono nel DdL concorrenza

Agli avvocati gli atti di vendita per immobili residenziali. Dal 2018 via le tariffe tutelate di luce e gas

sabato 21 febbraio 2015 - Redazione Build News

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Nell'attesa riunione del Consiglio dei Ministri del 20 febbraio, oltre ai decreti delegati per la riforma del lavoro, è stato presentato il Disegno di legge Guidi sulle liberalizzazioni. Il testo, entrato in CdM con capitoli importanti su taxi, parafarmacie, porti etc., ha perso dei pezzi durante la riunione e va ora alla prova del Parlamento. Non c'è nulla di nuovo nei provvedimenti proposti. Si tratta delle liberalizzazioni tentate dal governo Monti, a più riprese stimolate da Giovanni Pitruzzella, presidente Antitrust, e sempre rimandate. Tuttavia anche questa volta hanno un sapore di déjà vu e, in cambio di una supposta riduzione di spesa dei consumatori, ci sarà una riduzione delle tutele.


Il provvedimento tende a disciplinare le assicurazioni per i veicoli, rapporti con la clientela delle banche, la portabilità dei fondi pensioni, le pay tv, le associazioni professionali tra gli avvocati e le licenze delle farmacie. Viene anche consentito alle società di ingegneria di operare con i privati, eliminando un tormentone legislativo che si protrae dalla legge Merloni 3.

Entrando nel merito, ci sono aspetti che interessano il settore immobiliare e quello energetico.

TRASFERIMENTI IMMOBILIARI

"Vittime” delle liberalizzazioni saranno i circa 4000 notai italiani che dovranno competere, una volta giunto in porto il disegno di legge, con gli avvocati per le transazioni immobiliari, non residenziali, fino a 100.000 euro di valore catastale. Gli atti di cessione o donazione di beni immobili non residenziali entro il limite di valore di cui sopra potranno essere autenticati da un avvocato abilitato al patrocinio dotato di polizza assicurativa di importo almeno pari al valore dell'atto. “Le visure ipotecarie e catastali per la redazione degli atti e delle dichiarazioni nonché le comunicazioni dell’avvenuta sottoscrizione degli stessi agli uffici competenti sono a carico della parte acquirente, donataria o mutuataria”, si legge nella bozza di disegno di legge.

Conseguenze secondo i notai

In Italia il settore è caratterizzato da un sistema di governo pubblico che assicura trasparenza alle transazioni immobiliari e tutela le parti da eventuali vizi che possono inficiare il mercato. Ciò è possibile attraverso una sinergia tra agenzie pubbliche (Agenzia delle Entrate-Area Territorio e Archivi Notarili sotto il controllo del Ministero della Giustizia) e un numero programmato, e dunque controllabile, di “concessionari” (notai - pubblici ufficiali) all’avanguardia nella trasmissione digitale in sicurezza degli atti.

La rimozione per tali atti del regime dei controlli di legalità affidati al notaio – spiega una nota del Notariato - “porterà ad una inevitabile rarefazione delle verifiche in materia di antiriciclaggio (oggi il 91% delle segnalazioni delle professioni provengono da notai), minando l’affidabilità dei pubblici registri".

In campo immobiliare basta osservare cosa è successo dove non esiste il controllo di legalità preventivo del notaio: le frodi identitarie e ipotecarie emerse negli Stati Uniti con la crisi dei mutui subprime hanno provocato multe per oltre 100 miliardi di dollari inflitte alle banche americane e perdite per milioni di cittadini.

Rischi per i cittadini
Non rassicura affatto che le transazioni di immobili residenziali siano escluse dal provvedimento liberalizzatorio, perché proprio negli immobili commerciali si annidano i maggiori rischi dovuti a società con azionariati sempre più liquidi.

Quindi, se proprio si voleva liberalizzare, si sarebbe dovuto partire da un sistema di controlli e verifiche dei diritti di proprietà facilmente accessibile al cittadino, o ampliando il numero dei notai, ma non ampliando la platea dei soggetti che possono autenticare gli atti senza offrir loro gli strumenti per garantire le transazioni.


ENERGIA

Quanto al capitolo delle forniture di energia elettrica o gas a famiglie e imprese, il disegno di legge dispone l'eliminazione del mercato tutelato a partire dal 2018. Non si tratta di una notizia inattesa, infatti nei giorni scorsi l'AEEGSI ha messo in consultazione un documento sulle nuove tariffe che avranno carattere progressivo. Tuttavia, come ha dimostrato una recente indagine della stessa AEEGSI, oggi non si può essere contenti del mercato libero. I prezzi sono risultati essere mediamente più alti del 15-20%, con gestori che troppo spesso sono stati sanzionati per aver aggirato le norme e imputato costi non dovuti.

Per questo l'Aduc, associazione dei consumatori, si augura che in questi anni che ci separano dal 2018, l'AEEGSI inverta questa tendenza. 

A nostro avviso – scrive Aduc - i pilastri dovranno essere due:
- multe più salate per i gestori che infrangono le normative, sì da rendere non convenienti i piccoli trucchi che “fregano” pochi soldi agli utenti e che rendono spesso più costoso il ricorso dell'eventuale rimborso: multe legate al fatturato;
- semplificazione estrema dei meccanismi di rivalsa degli utenti in accordo con l'AEEGSI con, soprattutto, la sospensione delle pretese economiche dei gestori fino alla soluzione della controversia (oggi, si è costretti comunque a pagare altrimenti il servizio viene tagliato).

Ancora una volta si parte dal capo sbagliato. Come insegnano i mercati anglosassoni, le vere liberalizzazioni si posso fare solo in presenza di mercati fortemente regolati da autorità INDIPENDENTI, non scelte con logiche spartitorie dalla politica. Ed è illusorio pensare che riducendo preventivamente le tutele ai consumatori, i player del mercato assumano comportamenti più concorrenziali. La prova è nei fatti passati. Nello studio della CGIA di Mestre, che riportiamo di seguito, si dimostra che solo nella telefonia e nei farmaci (ambiti che hanno visto ingressi di nuovi operatori) si è assistito ad un aumento delle tariffe inferiore all'inflazione. In tutti gli altri settori liberalizzati il consumatore ci ha sempre rimesso.


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