Efficientamento energetico

Come semplificare le rinnovabili: le proposte del Coordinamento Free per il Green Act

Emanare un nuovo schema di sostegno che riguardi gli impianti di taglia piccola e media a servizio di famiglie e PMI, e sia rigorosamente a “incremento di costo zero”

giovedì 19 marzo 2015 - Redazione Build News

rinnovabili_proposte

“Nella condizione in cui è oggi il paese è necessaria una trasformazione radicale del sistema energetico per far fronte alle conseguenze relative al cambiamento climatico e assicurare insieme la competitività e sostenibilità del sistema produttivo, garantendo la sicurezza ed accessibilità energetica a tutti i cittadini. Con le opportune politiche l’offerta di generazione elettrica e termica da rinnovabili si adatterà progressivamente alle reali necessità energetiche del paese”.

È quanto si legge nel documento del Coordinamento Free (che raggruppa 30 associazioni delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica) con le sue proposte per dare sostanza al Green Act annunciato dal premier Matteo Renzi.  

“Tramite l’associazione di produzione e consumo – sottolinea il Coordinamento Free - il sistema energetico del paese passerà infatti da un superato modello “produzione<->trasporto<->consumo”, ad un più adatto allo stato della tecnologia ed efficiente “produzione/consumo<->trasporto<->consumo/produzione”. Un sistema nel quale, grazie a reti intelligenti e capacità di accumulo ben progettate, il trasporto dell’energia (previa trasformazione) svolgerà solo una funzione ancillare e residuale. Nel quale saranno necessarie ovviamente capacità di riserva (e dovranno essere remunerate equamente), ma il baricentro del sistema sarà la generazione diffusa da fonte rinnovabile immediatamente utilizzata”.

COME SEMPLIFICARE LE FER. Per sostenere questa trasformazione, il Coordinamento Free propone di:

- emanare un nuovo schema di sostegno che riguardi gli impianti di taglia piccola e media a servizio di famiglie e PMI, e sia rigorosamente a “incremento di costo zero” (utilizzando esclusivamente i risparmi derivanti da cali di produzione ed uscita impianti incentivati, anche per revoca), privilegiando comunque efficienza ed autoconsumo (es. favorendo l’istallazione di batterie e gli interventi FV su edifici con rimozione di amianto, o l’uso energetico di sottoprodotti);

- promuovere in particolar modo la minicogenerazione da biogas agrozootecnico e biomasse solide fino a 500 kW integrate nei cicli produttivi che ha molteplici effetti positivi sia ambientali come economici;

- incoraggiare l’efficientamento del parco di generazione da rinnovabili esistente, consentendo spostamenti di impianti in favore di maggiore possibilità di autoconsumo (a incentivi invariati), e di potenziare la produzione a parità di impianto (consentendo l’accesso per tali potenziamenti ai meccanismi previsti nel nuovo schema di sostegno);

- rivalutare i meccanismi di autorizzazione e delle definizioni, avviando semplificazioni: per gli elettrodotti in MT a servizio di impianti da rinnovabili; per le autorizzazioni paesaggistiche nei casi semplici; per il caso di impianti su discariche, ex cave e siti inquinati nelle quali l’uso energetico (anche per coltivazioni no-food ad utilizzo vincolato) deve sospendere le procedure di bonifica, previa messa in sicurezza; per le reti private che collegano utenze industriali e commerciali ed impianti di produzione da fonte rinnovabile o con modalità cogenerativa ad alto rendimento (CAR); per il silenzio-assenso, al netto delle procedure ambientali, trascorsi inutilmente i termini previsti per legge per l’emanazione delle autorizzazioni e/o dei pareri e permessi; per l’introduzione del “diniego costruttivo”;

- potenziare il meccanismo dei SEU, consentendo l’accesso ai benefici per “aggregatori” di domanda ed offerta (“centrali di vendita” e “centrali di acquisto”, o altre forme di aggregazione di soggetti ed impianti) connessi direttamente, anche tramite la rete con obbligo di connessione di terzi;

- rivedere la fiscalità stabilizzando i crediti di imposta per gli interventi di efficientamento energetico.

VALORIZZARE GLI IMPIANTI RINNOVABILI ESISTENTI. Le recenti misure introdotte dal Governo meglio note come “spalma incentivi” (sia per gli impianti fotovoltaici sia per gli impianti ad altre fonti rinnovabili) hanno secondo il Coordinamento Free illegittimamente modificato con efficacia retroattiva i rapporti incentivanti in essere, generando forte sfiducia negli investitori nazionali ed esteri e bloccando di fatto il rinnovo del parco impianti esistente.

Per continuare a investire nel nostro Paese sono necessarie, viceversa, regole chiare, certe, stabili nel tempo e che, soprattutto, siano coerenti con un preciso disegno di politica energetica di lungo periodo. Occorre in sostanza invertire il senso di marcia per scongiurare che gli sforzi della collettività per la promozione delle rinnovabili vengano totalmente vanificati. Gli impianti oggi in produzione, infatti, costituiscono un valore per il sistema e, se opportunamente rinnovati, potrebbero continuare a produrre energia rinnovabile ad un costo minore e ad impatto ambientale e paesaggistico pressoché nullo, riducendo inoltre la necessità di installazioni future su nuovi siti.

Il Legislatore, quindi, dovrebbe introdurre un principio di favore per gli impianti esistenti attraverso misure quali l’eliminazione dei divieti imposti dallo “spalmaincentivi volontario”, l’introduzione di ulteriori semplificazioni autorizzative, un accesso facilitato agli incentivi con meccanismi e contingenti dedicati, una maggior chiarezza su temi come la possibilità di riutilizzo di componenti dell’impianto preesistente, il diritto di installare in un impianto incentivato potenza aggiuntiva non incentivata, la possibilità per gli impianti di biogas di sfruttare il gas proveniente da ampliamenti delle discariche non previste in progetto, ecc..

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