“Il documento recepisce molte delle indicazioni formulate nel corso dell’audizione del 23 febbraio 2015 e mostra una particolare attenzione all’esigenza di un corretto funzionamento del mercato”.
Così l’Oice, l’associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, commenta positivamente il testo base presentato dai relatori del disegno di legge delega appalti pubblici Esposito e Pagnoncelli.
Si tratta della delega al Governo per il recepimento della direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, della direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE e della direttiva 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE.
EMENDAMENTI ENTRO IL 15 APRILE. Ieri il relatore Stefano Esposito ha presentato il testo base in commissione Lavori pubblici del Senato, che lo ha adottato all'unanimità. Per le ore 12.00 del giorno 15 aprile è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti e ordini del giorno.
I CRITERI. Tra i criteri di delega previsti nel testo base, c'è il “divieto di introduzione o di mantenimento di livelli di regolazione superiori a quelli minimi richiesti dalle direttive, come definiti dall'articolo 14, commi 24-ter e 24-quater, della legge 28 novembre 2005, n. 246”.
SEMPLIFICAZIONE. In tema di semplificazione, è prevista la “ricognizione e riordino del quadro normativo vigente nelle materie degli appalti pubblici e delle concessioni, al fine di conseguire una significativa riduzione del complesso delle disposizioni legislative, amministrative e regolamentari vigenti e un maggiore livello di certezza del diritto e di semplificazione dei procedimenti, tenendo in debita considerazione gli aspetti peculiari dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e dei diversi settori merceologici e di attività”.
Sempre in tema di semplificazione, si punta alla “riduzione degli oneri documentali a carico dei soggetti partecipanti e semplificazione delle procedure di verifica da parte delle stazioni appaltanti, con particolare riguardo all’accertamento dei requisiti di qualificazione, attraverso l’accesso a un’unica banca dati centralizzata”.
PIÙ POTERI ALL'ANAC. È prevista l'attribuzione all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) di “più ampie funzioni di vigilanza nel settore degli appalti pubblici e delle concessioni, comprendenti anche poteri di controllo, raccomandazione, intervento cautelare e sanzionatorio, nonché di adozione di atti di indirizzo quali linee guida, bandi-tipo, contratti-tipo ed altri strumenti di regolamentazione flessibile, anche dotati di efficacia vincolante e fatta salva l’impugnabilità di tutte le decisioni assunte dall’Autorità innanzi ai competenti organi di giustizia amministrativa”.
SISTEMA DI QUALIFICAZIONE DELLE STAZIONI APPALTANTI. Un altro punto fondamentale riguarda la “razionalizzazione delle procedure di spesa attraverso criteri di qualità, efficienza, professionalizzazione delle stazioni appaltanti, prevedendo l’introduzione di un apposito sistema, gestito dall’ANAC, di qualificazione delle medesime stazioni appaltanti, teso a valutarne l’effettiva capacità tecnico-organizzativa sulla base di parametri obiettivi”.
ALBO NAZIONALE DEI COMPONENTI DELLE COMMISSIONI GIUDICATRICI. Si prevede la “creazione di un albo nazionale, gestito dall’ANAC, dei componenti delle commissioni giudicatrici di appalti pubblici e concessioni, prevedendo specifici requisiti di moralità, di competenza e di professionalità e la loro assegnazione nelle commissioni giudicatrici mediante pubblico sorteggio da una lista di candidati indicati alle stazioni appaltanti che ne facciano richiesta in numero almeno doppio rispetto ai componenti da nominare”.
RAFFORZAMENTO DELLA FIGURA DEL RUP. Il testo base indica anche come criterio di delega il “rafforzamento della funzione di controllo della stazione appaltante sull’esecuzione delle prestazioni, con particolare riguardo ai poteri di verifica e intervento del responsabile del procedimento, del direttore dei lavori nei contratti di lavori e del direttore dell’esecuzione del contratto nei contratti di servizi e forniture, e vietando comunque, negli appalti pubblici di lavori aggiudicati con la formula del contraente generale, l’attribuzione dei compiti di responsabile o direttore dei lavori allo stesso contraente generale”.
VALORIZZAZIONE DEL PROGETTO E DELLA QUALITÀ ARCHITETTONICA. Significativo è anche il punto sulla “valorizzazione della fase progettuale negli appalti pubblici e nelle concessioni di lavori, promuovendo la qualità architettonica, anche attraverso lo strumento dei concorsi di progettazione, limitando il ricorso all’appalto integrato e privilegiando la messa a gara del progetto definitivo o esecutivo”.
MIGLIORAMENTO DELLE CONDIZIONI DI ACCESSO PER LE PMI. Previsto inoltre il “miglioramento delle condizioni di accesso al mercato degli appalti pubblici e delle concessioni per le piccole e medie imprese e per le imprese di nuova costituzione, anche attraverso il divieto di aggregazione artificiosa degli appalti”.
REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELL'AVVALIMENTO. C'è anche la “revisione della disciplina vigente in materia di avvalimento, nel rispetto dei principi comunitari e dei principi della giurisprudenza amministrativa in materia, rafforzando gli strumenti di verifica circa l’effettivo possesso dei requisiti e delle risorse oggetto di avvalimento da parte dell’impresa ausiliaria e prevedendo che quest’ultima esegua direttamente le prestazioni per le quali mette a disposizione gli stessi requisiti e risorse, che possono ricomprendere anche beni strumentali”.
INTRODUZIONE DI “CLAUSOLE SOCIALI”. Oltre alla “razionalizzazione dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto”, c'è la “previsione di una disciplina specifica per gli appalti pubblici di servizi, con particolare riguardo a quelli ad alta intensità di manodopera, definiti come quelli nei quali il costo della manodopera è pari almeno al 50 per cento dell’importo totale del contratto, prevedendo l’introduzione di “clausole sociali” per la stabilità occupazionale del personale impiegato”.
DIBATTITO PUBBLICO PER LE GRANDI OPERE. Il testo base indica inoltre “forme di dibattito pubblico (sul modello del débat public francese) delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali aventi impatto sull’ambiente o sull’assetto del territorio”.
IL COMMENTO DELL'OICE. Per il presidente Oice, ing. Patrizia Lotti, bisogna “fare presto perché per arrivare ad un nuovo codice e a un nuovo regolamento sarà necessario un duro lavoro. Per il resto sono particolarmente positive le indicazioni che vengono date in merito al rafforzamento dei poteri dell’Anac, sia, come chiesto dall’OICE, con la costituzione di un albo dei commissari di gara, proposta che OICE formulò già nell’ottobre scorso, sia per i più incisivi poteri assegnati all’Authority con la previsione di linee guida, bandi-tipo e contratti-tipo vincolanti per le stazioni appaltanti. Siamo convinti che anche la previsione di contratti-tipo, sul modello della contrattualistica internazionale FIDIC, possa ricondurre il rapporto fra progettista e stazioni appaltanti in termini più equilibrati”.
Apprezzato è anche lo scopo di rendere centrale il progetto: per Patrizia Lotti, “dal testo traspare evidente l’intento di andare verso la valorizzazione della fase progettuale seguendo le indicazioni OICE finalizzate ad un ridimensionamento dell’appalto integrato e, in fase di aggiudicazione, al ricorso all’offerta economicamente più vantaggiosa. Ci saremmo aspettati più coraggio con un espresso divieto di utilizzo, almeno per i servizi di ingegneria, del massimo ribasso e con l’obbligo di aprire le buste economiche soltanto dopo il superamento di una prefissata soglia di punteggio tecnico, ma c’è ancora spazio per miglioramenti”.
Un altro tema centrale è quello della semplificazione amministrativa: “Molto positivo anche il richiamo alla riduzione degli oneri documentali e alla semplificazione delle procedure di verifica dei requisiti per partecipare alle gare, da realizzare con una “unica banca dati centralizzata”. Apprezzabile è anche il rafforzamento della figura del RUP per il quale chiediamo che possa avvalersi di supporti di project management; sarebbe inoltre opportuno il rafforzamento della direzione lavori con funzioni di project and construction management. Inutile dire che è sacrosanto, come avevamo chiesto fin dal 2001 all’epoca del varo della legge obiettivo, che la direzione lavori sia una funzione non affidabile al contraente generale”.