“Direi che siamo marciando nella direzione giusta. Il grosso delle stazioni che hanno richiesto la qualificazione, l’hanno raggiunta. I numeri possono sembrare non altissimi poiché molte stazioni appaltanti non hanno avuto l’esigenza di richiederla subito. Ci sono elementi che giustificano una graduazione di questa richiesta della qualificazione. Innanzitutto, l’esclusione del Pnrr e la soglia dei 500.000 euro sopra la quale è necessario qualificarsi”.
Così il Presidente di Anac Giuseppe Busìa commenta i dati sulle stazioni appaltanti qualificate nei primi tre mesi dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti: sono 3.138, oltre mille i Comuni che hanno ottenuto il via libera (1019).
Si consolida il sistema della qualificazione
L'Autorità anticorruzione constata che sta via via consolidandosi il sistema della qualificazione delle stazioni appaltanti, stabilita dal nuovo Codice degli appalti come requisito obbligatorio per bandire le gare di lavori sopra i 500mila euro e quelle di servizi sopra i 140mila. La qualificazione è indispensabile per le stazioni appaltanti per potere operare dal 1° gennaio prossimo con l’entrata in vigore a pieno regime dell’E-procurement, gli appalti totalmente in digitale.
A fine settembre erano 2.613 le stazioni appaltanti qualificate da Anac, cui vanno aggiunti altri 526 soggetti qualificati con riserva, grazie all’abilitazione di diritto concessa a unioni di comuni, province, città metropolitane, comuni capoluogo di provincia e regioni fino al 30 giugno 2023. In tutto 3.138 enti qualificati.
Rivoluzione che renderà l’Italia in grado di fare in fretta e bene le gare
“Ciò che è importante è che rimanga il processo in atto, e che via via tutte le stazioni appaltanti o si qualificano, o trovano una stazione appaltante vicina o una centrale di committenza su cui appoggiarsi per fare le gare”, aggiunge il Presidente Busìa. “Nel complesso il mio giudizio è positivo. Il processo sta andando avanti. Il numero crescerà ancora. Ci stiamo avvicinando ad un numero ragionevole e realistico. Molte stazioni appaltanti capiranno la ragionevolezza di appoggiarsi a chi è più forte e qualificato per fare acquisti. Quella che stiamo portando avanti è una rivoluzione culturale che renderà l’Italia più moderna, di livello europeo, efficiente e in grado di fare in fretta e bene le gare e gli appalti”.