Nella riunione di ieri 5 ottobre, il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Mario Draghi, in seguito alla complessiva valutazione e armonizzazione degli interessi pubblici coinvolti, ha deliberato l’approvazione del giudizio positivo di compatibilità ambientale per otto progetti di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili (energia eolica, fotovoltaica e geotermica), per una potenza complessiva pari a circa 314 MW. A norma dell’articolo 7 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, le deliberazioni adottate sostituiscono a ogni effetto il provvedimento di valutazione d’impatto ambientale (VIA).
Nel dettaglio, si tratta di tre progetti da realizzare nella regione Puglia, tre nella regione Basilicata e due nella regione Toscana:
- impianto eolico nei comuni di San Mauro Forte, Salandra e Garaguso (MT) – 72,8 MW;
- impianto eolico nei comuni di San Paolo di Civitate loc. Masseria Difensola e Poggio Imperiale loc. La Colonnella (FG) – 31,35 MW;
- impianto eolico "Serra Palino" nei comuni di Sant'Agata di Puglia e Candela (FG) – 48 MW;
- impianto eolico "Venusia" nei comuni di Venosa e Maschito (PZ) – 36 MW;
- impianto agri-ovi-fotovoltaico "Copertino" nei comuni di Copertino e Galatina (LE) – 60 MW;
- permesso di ricerca finalizzato all’impianto pilota geotermico "Cortolla", nel comune di Montecatini Val di Cecina (PI) – 5 MWe;
- proroga del termine di validità del provvedimento di valutazione di impatto ambientale per la realizzazione dell’impianto eolico nei comuni di Muro Lucano, Bella e Balvano (PZ) – 55,8 MW;
- impianto pilota geotermico “Castelnuovo”, nel comune di Castelnuovo Val di Cecina (PI) – 5 MWe.
Inoltre, il Consiglio dei ministri ha deliberato, ai sensi dell’articolo 14-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241, il superamento del diniego espresso in conferenza di servizi dalle regioni Abruzzo e Umbria, consentendo la prosecuzione del procedimento di autorizzazione alla costruzione ed esercizio dell’opera denominata “Metanodotto Sulmona – Foligno DN 1200 (48”), DP 75 bar”. Il metanodotto in questione costituisce uno dei cinque tratti funzionalmente autonomi della cosiddetta “Linea Adriatica” dei gasdotti, che si snodano lungo il versante adriatico dell’Appennino. Si tratta di un’infrastruttura strategica ai fini della diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento energetico, che consentirà d’incrementare le capacità di trasporto di gas proveniente dai punti di entrata della rete nazionale dei gasdotti ubicati nel Sud Italia.