Tra le pieghe del dibattito politico, spesso aspro e mediatico, si annida una questione rimasta per troppi anni irrisolta: la necessità per l’Italia di dotarsi di classi dirigenti in grado di fornire soluzioni e, in generale, di avere un’idea e soprattutto un progetto per il Paese ed il suo futuro. E’ questo l’obiettivo che si pongono gli ingegneri italiani che della costruzione di una nuova classe dirigente hanno fatto il tema portante del 63° Congresso che si celebra a Roma a partire da domani.
Per il nostro sistema, che rappresenta più di 240.000 ingegneri, si tratta di un appuntamento di particolare importanza – commenta Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri -. Intendiamo confrontarci con esperti del mercato del lavoro e dell’economia sui temi più attuali che riguardano i diversi ambiti in cui operiamo. Ma anche con i numerosi rappresentanti del Governo e delle istituzioni democratiche, che saranno presenti. Il quadro economico dell’Italia, sebbene ancora caratterizzato da elementi di incertezza, è in una fase di ripresa, timida, ma evidente. Lo scenario può cambiare, portando con sé una nuova crescita, ma occorre sapere leggere gli eventi ed essere propositivi sulle azioni da intraprendere a favore del Paese e della nostra categoria.
Gli ingegneri, d’altra parte, hanno i numeri per candidarsi ad assumere questo compito. Tutti gli riconoscono competenze, rigore e capacità. Ma rappresentano anche una forza economica che non va sottovalutata, anche perché sono una delle testimonianze di un’Italia che funziona. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi del CNI, infatti, il settore dell’ingegneria contribuisce attualmente alla formazione dell’1,5% del Pil nazionale e costituisce una punta avanzata del sistema produttivo. Il valore complessivo del comparto nel 2017 è stato di 25,9 miliardi di euro e nel 2018 si stima possa arrivare a toccare quota 26,7 miliardi, in crescita per due anni di seguito dal 2016.
Come ingegneri – prosegue Zambrano - non possiamo essere spettatori del cambiamento, ma dobbiamo e possiamo essere protagonisti di un nuovo ciclo di crescita del Paese. Dobbiamo essere coscienti che la nostra professione è sottoposta a stimoli e cambiamenti molteplici: normativi, tecnologici e di mercato. Il sistema ordinistico deve pertanto essere in grado di accompagnare il mutamento, offrendo agli iscritti servizi a maggiore valore aggiunto, diventando un attore della crescita nelle singole realtà produttive che compongono il Paese, accompagnando le giovani generazioni ad essere competitive nel mercato del lavoro. Vogliamo che il Congresso Nazionale 2018 sia, ancora una volta, luogo di confronto di idee e di proposte concrete per rendere l’Ingegneria, ma in generale le professioni liberali, protagonisti della modernizzazione del Paese.
L’evento degli ingegneri, oltre ai rappresentanti del mondo delle professioni, in particolare quelle tecniche, vedrà la partecipazione di numerosi esponenti delle istituzioni, tra cui i Ministri Danilo Toninelli (Infrastrutture e Trasporti) e Barbara Lezzi (Sud), oltre ai consueti interventi di alto profilo. Il richiamo alla costruzione di una nuova classe dirigente troverà un riscontro pratico nei numerosi workshop, che si svolgeranno parallelamente ai lavori del Congresso, che rappresentano una delle più interessanti novità di questa 63° edizione. Formatori qualificati provenienti dalla Luiss Business School daranno vita a laboratori formativi, cui parteciperanno i delegati, su temi quali comunicazione istituzionale, public speaking, leadership, team building e social media.
L’appuntamento è a Roma da mercoledì 12 a venerdì 16 settembre presso l’Hotel Ergife Palace Hotel.
In allegato si rimette il programma completo dei lavori.