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64° Congresso degli ingegneri: lavorare per una “Casa Comune” dei professionisti

Nella giornata conclusiva sono stati discussi i punti del documento programmatico. Tra i temi più importanti, la collaborazione con le altre categorie professionali, tecniche e non

venerdì 20 settembre 2019 - Redazione Build News

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Si sono conclusi stamattina i lavori del 64° Congresso degli Ordini degli ingegneri d’Italia. Come di consueto, la giornata conclusiva è stata dedicata ad un lavoro di sintesi, guidato dal Presidente CNI Armando Zambrano, di tutti i contenuti e le proposte emerse nel corso del dibattito e che sono confluiti nel documento programmatico finale.

Il primo punto ha riguardato la conferma e il potenziamento della politica del CNI volta al raggiungimento dell’unità della categoria e sulla sinergia tra iscritti, organi intermedi ed esponenziali. Pur attraversando momenti difficili e delicati la categoria ha risposto sempre in maniera compatta ed autorevole. Questa collaborazione resta uno dei principi cardine del programma del Consiglio Nazionale e prevede il ruolo centrale dei territori, rappresentati dagli Ordini e dalle Federazioni/Consulte, a loro volta espressione e riferimento degli iscritti.

In questa prospettiva, il CNI intende proseguire nello sforzo di migliorare la comunicazione tra il CNI, gli Ordini e gli iscritti, proseguendo nelle iniziative già in essere (Giornale dell’Ingegnere, L’Ingegnere Italiano, TalkIng), implementando nuove iniziative, da individuare mediante condivisione con gli Ordini e Federazioni e Consulte. Particolare attenzione dovrà essere posta al miglioramento della comunicazione tra CNI e Gruppo di Lavoro Laureati Triennali con incontri congiunti a cadenza almeno semestrale e con il coinvolgimento diretto del medesimo gruppo nella predisposizione di riforma dei percorsi accademici in ingegneria e della suddivisione in sezioni dell’Albo Professionale. Inoltre, saranno approfondite tutte le proposte elaborate in materia di riforma dei percorsi formativi in ingegneria, Lauree professionalizzanti e lauree in ingegneria presso le università Telematiche.

Un altro punto fondamentale del programma emerso dal dibattito è la costruzione di una politica comune delle professioni, in particolare quelle ordinistiche. Ciò presuppone il superamento di alcuni pregiudizi e preconcetti. Una “casa comune” e le iniziative condivise non possono rincorrere interessi particolari o svolgere attività di lobby a tutela della singola – o più categorie – se non nella preminente logica di una effettiva tutela delle utilità generali e collettive, nelle quali sono pur ricomprese quelli delle professioni ordinistiche. Superati questi ostacoli, i vantaggi di una voce comune nei confronti delle istituzioni e delle altre forze politiche, sociali ed economiche, è stato evidente in questi anni, nei quali il CNI, con la Rete delle Professioni Tecniche o l’Alleanza con il Comitato Unitario Professioni, ma anche con altre organizzazioni e associazioni, ha potuto far valere in tantissime occasioni istituzionali e non la voce unitaria delle professioni. In questa prospettiva il CNI si impegna a proseguire l’interlocuzione già avviata, di concerto con l’RPT, con il CUP e ADEPP, dandone costante e tempestiva informazione alla Assemblea dei Presidenti, che sarà coinvolta per definire il modello operativo del progetto di Fondazione.

Altro tema determinante è la necessità per gli Ordini di costituirsi, anche con strutture collegate, in centri “erogatori di servizi ed utilità” per i propri iscritti, divenendo così attrattivi per i tanti laureati, specialmente in ambiti non coperti da riserve di legge, per il cui esercizio non è necessaria l’iscrizione all’Albo. Solo una minoranza dei laureati in ingegneria, soprattutto nel campo del terzo settore (dell’informazione), si iscrive al nostro Albo. Il termine servizi va inteso in modo ampio, affrontando necessità come il supporto alla professione, incentivi all’organizzazione degli studi, programmi informatici, attività di interfaccia con la p.a., formazione obbligatoria e volontaria, abbonamenti, assicurazione, fornitura di documentazione tecnica e scientifica, ricerche, informazione generale. In particolare, il progetto WorkIng sarà finalizzato ad implementare servizi di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, nella prospettiva di creare occasioni di lavoro in Italia, contribuendo a mitigare, soprattutto tra la generazione degli ingegneri più giovani, il fenomeno della c.d. fuga dei cervelli. Altro esempio qualificante è quello relativo all’assicurazione professionale per gli ingegneri iscritti all’Albo su cui il CNI, attraverso la sua Fondazione, ha lavorato in questi ultimi mesi.

In questa ottica, il CNI sta elaborando un progetto che vede nella sua Fondazione, riorganizzata, il soggetto che dovrà rispondere, in maniera organica, a tutte le necessità elencate, ma anche a svolgere un’attività di supporto agli iscritti che intenderanno avvalersene. In questo senso, un’organizzazione comune con gli altri Ordini e Collegi ma soprattutto il contributo delle Casse, sono elementi determinanti. Nello specifico, il cuore del progetto è la certificazione delle competenze. Com’è noto, il CNI ha già costituito una propria Agenzia per la certificazione delle competenze (Agenzia CERTing) che ha finalmente ottenuto il riconoscimento da Accredia.

Tra i punti cardine dell’azione dell’immediato futuro c’è il rafforzamento della funzione del CNI di rappresentanza dell’ingegneria e di tutti i laureati in ingegneria, con un focus particolare dedicato agli ingegneri che svolgono attività lavorativa dipendente in ambito pubblico e privato. Sarà attivato un Gruppo di Lavoro del Consiglio Nazionale specificamente dedicato a questa tematica che dovrà elaborare proposte tese a valorizzare il ruolo e le competenze. In questa ottica la piattaforma di servizi che sarà messa in essere dalla Fondazione CNI sarà destinata a rispondere ai bisogni sia degli ingegneri che svolgono attività di libera professione sia degli ingegneri che svolgono attività di lavoro dipendente.

Il CNI, inoltre, si impegna, insieme agli Ordini territoriali, a chiedere all’Inps di rinunciare definitivamente alla procedura di iscrizione d’ufficio alla Gestione Separata Inps degli Ingegneri liberi professionisti iscritti all’Albo, dal continuare a porre in essere indebite interferenze nella gestione previdenziale degli Ingegneri liberi professionisti iscritti all’Albo e di compiere tutti i passi necessari alla istituzione di una GS separata presso Inarcassa, con relativo trasferimento ad essa dei versamenti eventualmente versati alla GS separata Inps da parte degli Ingegneri iscritti all’Albo professionale.

Quanto all’annosa questione dei compensi dei valutatori immobiliari, il terzo comma dell'art. 161 disp. att. c.p.c. prevede che il compenso dell’esperto chiamato a valutare immobili ricompresi in procedure esecutive venga calcolato in base al ricavato realizzato dalla vendita del bene e che, prima della vendita, non possano essere liquidati acconti in misura superiore al 50% del valore di stima. Tale disposizione è stata oggetto di critiche fin dalla sua introduzione e vi sono stati casi di disapplicazione della norma perché ritenuta in contrasto con il diritto comunitario. Su questo punto il CNI agirà in collaborazione con la RPT.

Rispondendo, infine, infine alla richiesta di supporto e di formazione proveniente dagli Ordini territoriali, in materia di gestione degli stessi, il CNI si impegna a organizzare, anche tramite la sua Fondazione, apposite iniziative formative, informative e servizi a supporto degli Ordini, proseguendo con quanto già fatto negli ultimi anni.

Al temine dei lavori è stato dato appuntamento per il prossimo 65° Congresso che si terrà l’anno prossimo a Parma e che è stato presentato dal Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Parma, Susanna Dondi.

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