Il ruolo degli architetti ed ingegneri liberi professionisti “resta una risorsa imprescindibile della realtà economica e sociale del paese e i liberi Professionisti rivestono un’insostituibile funzione di intermediazione tra le esigenze della collettività e gli atti di indirizzo che la politica è chiamata a realizzare, soprattutto nell’attuale congiuntura economica”.
Lo sottolinea la mozione congressuale approvata dagli architetti ed ingegneri liberi professionisti aderenti al sindacato Inarsind, riuniti il 14 giugno scorso a Roma per il IX° Congresso Nazionale sul tema “Ripresa delle libere professioni tecniche: analisi e proposte”.
La mozione evidenzia l'indispensabilità della promozione di iniziative miranti a:
- valorizzare il ruolo dell’architetto e dell’ingegnere nel processo progettuale, costruttivo e gestionale delle opere, facendo emergere l’importanza di una valutazione costi-benefici che riguardi l’intera vita dell’opera;
- evitare qualsiasi forma di doppio lavoro che porti ad una concorrenza sleale a chi esercita in forma esclusiva la libera professione riducendo le occasioni professionali soprattutto ai giovani;
- creare condizioni per la collaborazione tra professionisti che consentano di offrire delle prestazioni sempre competitive e efficaci, e di porre le basi per la costituzione di strutture flessibili che possano rispondere in modo ottimale alle richieste del mercato, ponendo anche le basi verso l’apertura al mercato internazionale;
- facilitare l’ingresso dei giovani nella professione, con relazioni improntate alla correttezza ed alla cooperazione intergenerazionale evitando che importanti patrimoni di cultura professionale vadano dispersi;
- generare occasioni di cooperazione tra le organizzazioni di categoria di ogni tipo a sostegno reciproco delle istanze e delle necessità comuni;
- promuovere, unitamente al nostro ente di previdenza ed agli Enti bilaterali, un nuovo welfare che preveda il supporto ai liberi professionisti nei momenti di crisi creando nella categoria una cultura della solidarietà;
- determinare una corretta definizione delle competenze all’interno dell’area tecnica.
La mozione congressuale all’unanimità impegna il Consiglio Nazionale “affinché sostenga in ogni sede opportuna le seguenti proposte per la ripresa della libera professione tecnica:
1. Decisa politica volta alla modernizzazione e alla messa in sicurezza del Paese che guardi principalmente alla rigenerazione “smart” degli edifici esistenti, intesa anche come messa a norma sismica ed efficientamento energetico sia delle strutture pubbliche (scuole, ospedali, caserme, prefetture...) che private, alla messa in sicurezza rispetto al dissesto idrogeologico ed alle infrastrutture strategiche;
2. Semplificazione ed efficacia delle procedure ed efficienza della P.A.;
3. Introduzione di una tariffa di riferimento che abbia comunque come cardine un “equo compenso” così come previsto dall’art. 36 della Costituzione Italiana;
4. Deroga triennale ai requisiti di carattere tecnico-professionale ed economico finanziario per le gare di servizi di architettura e ingegneria, al fine di ampliare la platea dei partecipanti ed in particolare dei giovani; considerando nel triennio di deroga il curriculum maturato nell’intera vita professionale;
5. Revisione profonda della riforma delle professioni del 2012, con particolare riferimento alla formazione obbligatoria, agli standard assicurativi minimi, alla composizione dei Consigli di Disciplina, ai meccanismi elettorali dei Consigli Nazionali e degli Ordini Provinciali, al ruolo di rappresentanza affidato in via esclusiva alle organizzazioni ad iscrizione volontaria;
6. Revisione del percorso formativo universitario che, con la riforma del 3+2, ha dimostrato tutti i suoi limiti sia in termini di competenze che di specializzazioni anche in considerazione del fatto che oltre l’80% dei triennali prosegue gli studi;
7. Introduzione di norme premiali atte a sostenere l’aggregazione delle strutture professionali individuali.