Si è svolto questa mattina alla fiera Ecomondo il convegno Macchine per costruzioni per l’ambiente urbano, organizzato da Ascomac e Unacea, le associazioni italiane rappresentanti i produttori e gli importatori di macchine per costruzioni. Il convegno è parte della campagna Missione meno emissioni lanciata lo scorso aprile dalle due associazioni, al fine di rendere pubblico il paradosso delle emissioni delle macchine per costruzioni nei contesti urbani. Se infatti autoveicoli e motoveicoli più obsoleti sono stati progressivamente interdetti alla circolazione dalla maggior parte delle amministrazioni comunali, nessuna norma limita l’uso delle macchine semoventi fuoristrada più vecchie, non valorizzando lo sviluppo tecnologico messo in campo dall'industria che negli anni è stata spinta da normative europee sempre più severe a produrre macchine a impatto ambientale progressivamente più contenuto.
“Si tratta di un paradosso non più sostenibile. Occorre adeguare le ordinanze comunali destinate al contenimento delle emissioni prendendo in considerazione tutti i veicoli e tutte le attività che contribuiscono al fenomeno – ha dichiarato Ruggero Riva, presidente Ascomac. Solo attraverso un approccio integrato si può effettivamente incidere sulla qualità dell’aria senza penalizzare ingiustamente nessun settore industriale”.
"La nostra industria ha fatto importanti investimenti per ottemperare ai criteri dell’Unione Europea in materia di emissioni dei motori e, come dimostrano i recenti sviluppi sulla fase V, continuerà a farlo anche nei prossimi anni – ha dichiarato Paolo Venturi, Presidente di Unacea. Le macchine prodotte inquinano fino al 97% in meno di quanto succedeva poco più di venti anni fa. Occorre fare in modo che questi investimenti e le innovazioni tecnologiche che ne sono scaturite non vadano persi e anzi contribuiscano a migliorare la qualità dell’aria delle nostre città, così come la sicurezza dei cittadini e degli operatori”.
Secondo Anna Montini, assessore all'ambiente del Comune di Rimini è "fondamentale il contributo dell'industria, anche alla luce degli ultimi dati che descrivono una situazione critica dell'aria delle nostre città. C'è una lacuna che deve essere colmata perché la qualità dell'ambiente si migliora con il contributo di tutti. Bisognerà quindi considerare anche l'uso delle macchine per costruzioni sulla base delle emissioni, così come già avviene per gli altri veicoli".
Il responsabile scientifico di Legambiente Giorgio Zampetti ha dichiarato che "la sfida ambientale è diventata centrale, nono solo per gli ambientalisti, ma più in generale per la società e l'economia. Le regole sulle emissioni che l'industria ha recepito devono però trovare applicazione reale, o si rischia che tutto il lavoro fatto rimanga sulla carta. Bisogna fare delle politiche integrate, individuare le zone più sensibili delle città tenendo conto della circolazione così come delle attività quali i cantieri da cui partire per richiedere parametri sempre più stringenti".
Uno stimolo ad agire è arrivato anche da Ernesto Taurino del settore emissioni di Ispra secondo cui "Le previsioni e gli obiettivi decisi per il 2030 in termini di emissioni nazionali a oggi non sono raggiungibili senza il contributo di specifici strumenti di implementazione".