Il Presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha presentato il protocollo d’intesa concordato con la Procura Generale presso la Corte di Cassazione ed approvato dal Consiglio dell’Autorità il 13 aprile 2016.
Si tratta di un accordo-quadro che l’Anac siglerà con le singole Procure della Repubblica che ne faranno richiesta. Finora sono stati presi contatti con 13 Procure.
COMMISSARIAMENTI ED ESCLUSIONI DALLE GARE PER REATI DI CORRUZIONE. Al fine di consentire a Cantone di attivare il procedimento di cui all’articolo 32, comma 1, del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito con modificazioni dalla legge 11 agosto 2014, n. 114, la Procura invia allo stesso copia delle richieste di rinvio a giudizio, corredate dalle eventuali ordinanze di applicazione di misure cautelari e dagli atti investigativi che le hanno supportate, ove ostensibili, relativamente ai seguenti reati: concussione, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, semplice e aggravata, corruzione in atti giudiziari, induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio, istigazione alla corruzione, peculato, concussione, peculato, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione e istigazione alla corruzione di membri della Corte penale Internazionale o degli Organi delle Comunità Europee e di funzionari delle Comunità europee e di Stati esteri, traffico di influenze illecite, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
Le Linee Guida adottate dall’Anac e dal Ministero dell’Interno indicano anche i reati di truffa aggravata di cui all’art. 640-bis c.p., di riciclaggio (art.648-bis c.p.), di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti ovvero con altri artifici, di emissione di fatture e altri documenti per operazioni inesistenti, di occultamento o distruzione di documenti contabili finalizzata all’evasione fiscale (artt. 2,3, 8 e 10 del D. Lgs. n.74/2000), di delitti di false comunicazioni sociali (artt. 262l e 2622 c.c.).