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Accumulo e autoconsumo di energia elettrica: le posizioni di Ascomac e Anci

Audizioni sull'Affare n. 59 “Sostegno alle attività produttive mediante l’impiego di sistemi di generazione, accumulo e autoconsumo di energia elettrica”

mercoledì 3 ottobre 2018 - Redazione Build News

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Modelli di produzione, consumo e utilizzo innovativi e sostenibili per il Sito/Impresa, Strumenti operativi quali Sistemi di generazione, accumulo e autoconsumo di energia elettrica ad alta efficienza, Sostegno alle attività produttive, a partire dalla attuazione della Fiscalità ambientale e energetica, sono i tre pilastri logico-operativi, presentati da Ascomac Confcommercio Imprese per l’Italia, per realizzare quanto indicato dall’Affare n. 59, oggetto di Audizioni 10ª Commissione Industria, commercio, turismo “sul sostegno alle attività produttive mediante l’impiego di sistemi di generazione, accumulo e autoconsumo di energia elettrica”.

Al di là della “transizione verso la green economy”, la cui tempistica è ormai sempre più ridotta, è strategico individuare e attuare obiettivi ormai non più rinviabili, a partire dalla valorizzazione, applicazione, e realizzazione del duale: “attenuazione dei cambiamenti climatici - benessere del concittadino”.

“In questa visione e azione, sostiene il Dott. Carlo Belvedere Segretario Generale di Ascomac, la “Sostenibilità Circolare”, di cui la Economia è strumento e non obiettivo, trova piena attuazione e applicazione nel “Ciclo Vita”, legale, responsabile, progettuale, equo-sociale, ambientale di:

- prodotti, forniture, servizi

- imprese, siti, infrastrutture

- clienti finali, utenti

diventando, di diritto e di fatto, il punto di partenza e di arrivo dei modelli di produzione e consumo sostenibili, da realizzare attraverso strumenti qualitativi, ambientali e sociali per la riduzione dell’uso delle risorse, delle emissioni di gas a effetto serra e di altre sostanze inquinanti e la attenuazione dei cambiamenti climatici”.

“E’ strategico, prosegue Belvedere, orientare il mercato verso modelli e modi di produzione/distribuzione e consumo/utilizzo sostenibili, peraltro indicati da tempo dall’ art. 15, Legge n. 23/2014, fondati su Legalità, Responsabilità sociale, Trasparenza, Ciclo vita del prodotto/processo di produzione, Coesione e integrazione sociale, Sviluppo equo-sostenibile, Qualità sostenibile del Territorio e dell’Abitato, Mobilità e Accessibilità ai luoghi” che consentono, tra l’altro di investire in modelli sostenibili per l’Impresa innovativa e Sostenibile, per favorire altresì il Reshoring delle Imprese Italiane che hanno delocalizzato la produzione all’estero, riducendo se non eliminando il dumping ambientale”.

L’evoluzione tecnologica e digitale sta sempre più attivamente accompagnando e stimolando profondi cambiamenti, anche nel contesto competitivo, sia di Impresa - produzione, fornitura, servizi - sia, contemporaneamente, nei comportamenti degli utenti e dei clienti finali, con impatti "rilevanti" in termini di Sostenibilità.

“Altro aspetto rilevante è il contributo diretto dei Cittadini – produttore, distributore, cliente finale, utente - allo sviluppo equo-sostenibile del Paese si basa proprio sulla comune responsabilità sociale, finalizzata alla realizzazione e gestione sostenibile di attività, azioni e comportamenti, partecipando attivamente e congiuntamente alla corretta generazione, consumo, utilizzo, risparmio delle risorse e, conseguentemente, alla riduzione dei cambiamenti climatici”.

“E’ importante mettere al centro delle attività di ristrutturazione/riqualificazione l’Edificio/Sito, facendo “circolare” congiuntamente tutte quelle azioni di miglioramento/adeguamento a partire dalla Statica, Antisismica, Risparmio idrico, energetico, Interconnessione digitale, Riduzione e trattamento rifiuti, Reti e infrastrutture energetiche, Mobilità sostenibile.

E questo, banalmente, per evitare di incentivare Edifici che riqualificati ad es. energeticamente, finiscono per “crollare” per problemi statici, sismici, alluvionali etc.”.

Con riguardo agli Strumenti operativi, ”il miglioramento delle azioni finalizzate al risparmio energetico si basa proprio sulla connessione strategica tra:

- sistemi di generazione di energia ad alta efficienza in sito – residenziale, industriale, terziario, agricolo etc.

- consumo/utilizzo, anche a fini di mobilità sostenibile, da parte di pluralità di utenti finali residenti nel medesimo sito

- trasferimento dell’energia attraverso reti energetiche intelligenti private nel sito – infrastruttura privata del sito anche connessa alla rete pubblica.

Occorre, quindi, procedere a livello legislativo estendendo la liberalizzazione,

- ad oggi prevista solo per le attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica e, per pluralità di utenti finali, solo nei settori societario/industriale e cooperativo

anche

- alle attività di autoproduzione, trasferimento attraverso reti energetiche private e autoconsumo di energia da parte di persona fisica, persona giuridica, pluralità e/o gruppi di persone fisiche/giuridiche nei diversi settori economici, tutti utilizzatori finali residenti e/o operanti in sito qualificato SEU, SDC.

Tutto questo per poter realizzare Edifici/Siti veri e propri HUB innovativi, energetici, digitali, a ridotto consumo di risorse, ad efficiente utilizzo per mobilità elettrica.

Modelli e modi sostenibili e strumenti applicativi trovano risorse attraverso la fiscalità ambientale ed energetica in partenariato pubblico/privato.

“La fiscalità ambientale e energetica rappresenta senza dubbi una leva trasversale di sviluppo del Lavoro e della Competitività sostenibile del Sistema Italia, avviando la transizione del Paese verso un'economia a basso contenuto di carbonio, ad elevato risparmio energetico, a ridotto consumo di acqua, ad alta riciclabilità.

L’impulso che il Legislatore può dare, da subito, al sistema economico è di promuovere, integrare, raccordare e coordinare tra loro la fiscalità ambientale e quella energetica, ora verticalmente separate, per unificarle sotto il Valore della Sostenibilità.

La Fiscalità Ambientale e, quindi, anche energetica costituisce quel motore di sviluppo atto a valorizzare la sostenibilità di prodotti, siti, edifici, infrastrutture e comportamenti, attuando il nuovo Paradigma, non solo energetico, destinato a realizzare e attuare la transizione verso la Decarbonizzazione e l’Indipendenza energetica.”

“In pratica, conclude Belvedere, Sostituzione strumento “Cap and Trade” con il principio basato su meccanismi di mercato riguardanti il contenuto CO2 dei prodotti destinati al consumo, attraverso una riduzione/esenzione della tassazione di accise e IVA dei prodotti a più basso contenuto di carbonio e non solo; Revisione del metodo di attribuzione dei benefici fiscali distinguendo tra aiuto all’investimento – a carico della fiscalità generale e - sostegno all’esercizio, attraverso la valorizzazione nella bolletta energetica, della sola energia prodotta e non più anche della tecnologia che la genera; Revisione dei. Sistemi di incentivazione per l’efficienza energetica – Conto Termico, Ecobonus, Ristrutturazione edilizia – Iperammortamento; Revisione della disciplina delle accise e dell’IVA; Attuazione corretta di quanto previsto dagli artt. 14 e 15, Direttiva 2003/96/CE in merito alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione ad alto rendimento alimentata da FER e combustibili alternativi, con la esenzione/riduzione delle accise e dell’IVA sui prodotti energetici ed elettricità utilizzati da unità/impianti di cogenerazione ad alto rendimento e sul consumo efficiente di energia generata da unità/impianti alimentati da fonti rinnovabili e di cogenerazione ad alto rendimento.

Infine, con riguardo alla cogenerazione CAR, tenuto conto che l’unità di cogenerazione ad alto rendimento produce energia elettrica e recupera il calore di scarto (non produce, cioè, calore come le caldaie, ma lo recupera) e di quanto stabilito dalla Sentenza UE del marzo 2018 sopra citata, attuazione della applicazione della esenzione dalla aliquota di accisa, per produzione di energia elettrica, dei prodotti energetici/combustibili alternativi di alimentazione di unità di cogenerazione ad alto rendimento”.

LA POSIZIONE DELL'ANCI. Una politica energetica che tenga conto delle specificità territoriali puntando sul modello del “piccolo e distribuito”. Questo è il punto da cui partire secondo il delegato Anci energia e rifiuti e sindaco di Melpignano Ivan Stomeo che ha rappresentato l’associazione presso la Commissione Industria del Senato nell’ambito di un’audizione sul “Sostegno alle attività produttive mediante l’impiego di sistemi di generazione, accumulo, autoconsumo di energia elettrica”.

Prendendo le mosse dalla direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, il delegato Anci ha sottolineato la necessità di rivedere il quadro normativo a favore dell'autonomia e della transizione energetica, affinché l'Italia contribuisca al raggiungimento degli obiettivi europei con un modello energetico nazionale che valorizzi e tuteli le ricchezze e le risorse provenienti dai territori.

“Anci – ha evidenziato Stomeo – porta avanti da tempo un modello energetico sostenibile per il territorio basato su fonti rinnovabili, nonché lo sviluppo della generazione distribuita di energia rinnovabile per il ripristino dei ‘sistemi di distribuzione chiusi’”, ovvero reti elettriche che permettono di scambiare energia prodotta verso più clienti.

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le esperienze innovative di Comuni che, da soli o in forma associata, hanno raggiunto forme di autonomia energetica (elettrica, termica) quasi integrale, come nel caso della cooperativa di comunità di Melpignano.

“Nel 2010 – ha spiegato Stomeo - abbiamo dato il via all’esperienza di una piccola cooperativa di comunità, a Melpignano, usando risorse e maestranze locali (fabbri, elettricisti) per realizzare degli impianti diffusi sui tetti delle abitazioni dei cittadini. Abbiamo così dato alla comunità locale la possibilità di riorganizzarsi, di reinvestire gli utili sul territorio. Utili che sono stati investiti nelle mense scolastiche o nell’acquisto di libri di testo. I Comuni vanno, dunque, sostenuti rivedendo norme e strumenti specifici a partire dal recepimento della RED (la direttiva Renewable energy) per agevolare la produzione di energia rinnovabile da parte dei cittadini”.

Un cambio di passo, quello auspicato da Anci, che richiede una “rivoluzione culturale che riguarda diversi aspetti della vita dei cittadini” e investe molteplici settori come quello dei trasporti, della mobilità, della pianificazione edilizia e urbanistica.

In chiusura del suo intervento Stomeo ha parlato di “scelte coraggiose e integrate” da fare per assicurare un futuro più sostenibile alle nostre città: da un lato “è necessario adottare un quadro normativo nazionale organico sulla sostenibilità e la transizione energetica (abbandonando le fonti fossili e puntando concretamente su forme innovative come l’idrogeno - sostituibile al metano - e sulla transizione energetica, in merito a cui Anci sta lavorando con una proposta di legge - ndr) mentre dall’altro, la revisione complessiva degli strumenti finanziari, a partire dal prossimo ciclo di programmazione dei fondi europei 2021 – 2027”.

“Come presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, per evitare eventuali interpretazioni fuorvianti rispetto alla posizione dell’Associazione sulla metanizzazione delle aree del nostro Paese, mi preme specificare che quanto espresso dal delegato Energia e Rifiuti nell’audizione di martedì davanti alla commissione Industria del Senato è riferito alle criticità della Strategia energetica nazionale, ma non attiene alla necessità di liberalizzare il settore del gas naturale in ambito locale, strategia che vede l’ Anci in prima linea per tutelare amministrazioni e cittadini e per garantire un servizio accessibile, efficace ed efficiente con tariffe sostenibili anche per le fasce sociali più deboli. Peraltro, gli adempimenti connessi alla metanizzazione locale attraverso le gare, sono inseriti nel contesto degli obblighi comunitari sulla concorrenza ed apertura del mercato. Sulla SEN invece, come giustamente rappresentato dallo stesso Delegato nel corso dell’audizione, la discussione è in corso nella commissione Ambiente dell’Anci”.

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