Nella riunione del 21 marzo scorso, il Consiglio dei ministri ha impugnato dinanzi alla Corte costituzionale la Legge regionale della Toscana n.5 del 27 gennaio 2016 recante “Disposizioni straordinarie per il rilascio delle autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane in corpi idrici superficiali”.
Secondo il Governo tale legge regionale “è censurabile relativamente alle disposizioni contenute negli articoli 1, 2, comma 2 e 6, comma 2”. Queste norme prevedono il rilascio di un’autorizzazione provvisoria allo scarico, non solo per il tempo strettamente necessario all’adeguamento degli impianti di depurazione e di collettamento ad impianti di depurazione delle acque reflue ma anche per la loro realizzazione.
Per il Governo tali disposizioni “determinano un livello di protezione del bene ambientale senza dubbio deteriore rispetto a quello stabilito dalla legislazione nazionale ed europea”, e “risultano costituzionalmente illegittimi nella parte in cui estendono l’autorizzazione provvisoria anche alle ipotesi in cui lo scarico sia sprovvisto di impianto di depurazione e recapitante direttamente in un corpo idrico ricettore senza subire alcun trattamento, ponendosi in contrasto con l’articolo 117, primo e secondo comma, lett. s), per violazione delle norme interposte di cui la direttiva 91/271/CE e gli articoli 74, comma 1, lett. n) e 124, comma 6, del d.lgs. 152/2006”.