Il cambiamento climatico rappresenta una sfida significativa per le aziende, che devono affrontare i rischi crescenti associati a eventi estremi come alluvioni, siccità e ondate di calore. Con temperature globali già prossime a un incremento di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, le imprese devono adattarsi per garantire sostenibilità e competitività. In questo articolo analizziamo i principali obblighi normativi e le soluzioni disponibili per mitigare i rischi e rafforzare la resilienza aziendale.
Come adattarsi
Secondo il Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC), l’adattamento consiste in azioni volte a ridurre i rischi legati ai cambiamenti climatici. Per le imprese, ciò significa:
- Incrementare la resilienza per affrontare eventi climatici imprevedibili.
- Ridurre la vulnerabilità dei loro asset e processi produttivi.
- Implementare misure per minimizzare i costi derivanti dai cambiamenti climatici.
I danni degli eventi estremi
Negli ultimi decenni, gli eventi climatici estremi hanno causato danni significativi:
- In Europa, tra il 1980 e il 2022, i danni da eventi come alluvioni e incendi sono stati stimati in 650 miliardi di euro, con l’Italia tra i paesi più colpiti (90 miliardi di euro).
- Secondo Legambiente, nel 2023 si sono verificati 378 eventi estremi in Italia, con un aumento del 22% rispetto all’anno precedente.
La vulnerabilità è particolarmente evidente nel settore delle PMI, molte delle quali non dispongono di coperture assicurative adeguate.
Normativa europea e italiana sull’adattamento climatico
Le normative recenti offrono strumenti e obblighi per favorire l’adattamento al cambiamento climatico:
Iniziative europee
- Strategia di Adattamento UE (2021): non vincola direttamente le imprese, ma sottolinea la necessità di adottare strategie di adattamento. Promuove l’uso delle assicurazioni per mitigare i rischi.
- Tassonomia UE (2022): favorisce gli investimenti in attività economiche sostenibili, tra cui quelle legate all’adattamento climatico.
- CSRD (2024) e ESRS (2023): obbligano le aziende a rendicontare gli impatti del cambiamento climatico sulle loro attività.
Normative italiane
- PNACC (2023): piano nazionale per l’adattamento, con 361 azioni mirate a rafforzare la resilienza delle imprese. Non impone obblighi diretti, ma offre un contesto operativo più sicuro.
- Obbligo di assicurazione catastrofale (2025): introdotto dalla Finanziaria 2024, obbliga le aziende italiane ad assicurarsi contro eventi estremi come alluvioni e sismi.
Assicurazioni per eventi catastrofali
Le assicurazioni rappresentano una delle strategie più efficaci per gestire i rischi climatici. Tuttavia, in Italia:
- Solo il 5% delle PMI è assicurato contro i rischi climatici, nonostante il 25% sia situato in aree ad alto rischio idrogeologico.
- Le grandi aziende vantano un tasso di copertura del 97%, ma questo scende al 19% per le piccole imprese e al 4% per le microimprese.
L’obbligo di assicurazione catastrofale introdotto dalla Finanziaria 2024 prevede:
- Copertura di beni come immobili, impianti e macchinari.
- Protezione contro sismi, alluvioni, frane e inondazioni.
- Premi proporzionali al rischio, con un anticipo del 30% del danno liquidabile entro pochi giorni dall’evento.
Strumenti per valutare il rischio climatico
Le aziende possono utilizzare diverse procedure per identificare, analizzare e mitigare i rischi climatici:
- Identificazione dei rischi: mappatura dei potenziali rischi fisici (es. alluvioni, incendi) e di transizione (es. normative e pressioni di mercato).
- Valutazione e analisi: uso di modelli predittivi e scenari climatici per quantificare l’impatto.
- Pianificazione delle risposte: definizione di strategie di mitigazione e adattamento.
- Monitoraggio continuo: revisione periodica delle politiche per adeguarsi ai cambiamenti.