La legge di delega fiscale approvata dal Cdm lo scorso 5 ottobre potrebbe comportare dal 1° gennaio 2022 un aumento delle tasse per chi affitta immobili con cedolare secca o a canone concordato.
Secondo quanto pubblicato sabato scorso su Italia Oggi, l’attuale flat tax applicabile sul reddito fondiario prodotto dalla locazione di immobili abitativi (di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 23/2011) dovrebbe rientrare appieno nel riordino delle imposte sostitutive previsto all'articolo 3 comma 1 lettera a) della delega fiscale.
Obiettivo del governo è quello di applicare una medesima aliquota proporzionale di tassazione per i redditi derivanti dall'impiego del capitale, anche nel mercato immobiliare. La nuova aliquota per le imposte sostitutive sarebbe quella applicata sul primo scaglione Irpef, ovvero il 23%.
A conti fatti quindi coloro che oggi applicano la cedolare secca potrebbero passare dal 21% al 23%. E coloro con un contratto a canone concordato addirittura dal 10% al 23%, senza considerare che questi contratti agevolati sono frutto di accordi sottoscritti a livello locale dalle organizzazioni sindacali più rappresentative di locatori e inquilini.
Certamente si tratta, per il momento di ipotesi che tuttavia il quotidiano economico reputa molto probabile.
E sarebbe un rincaro della tassazione sugli immobili molto più vicino temporalmente di quello che potrebbe avvenire dal 1° gennaio 2026, quando saranno disponibili i nuovi dati dell'aggiornamento del catasto che includeranno valore patrimoniale dell’immobile e rendita attualizzata.
Franco Metta