C’è anche la firma del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, in calce al protocollo che dà il via al “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria” siglato oggi a Torino dalla Presidenza del Consiglio e dai ministri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle Politiche agricole e della Salute.
Il documento ha alle spalle un lavoro condiviso fra Governo, dicasteri e Regioni e Province autonome e contiene misure relative ai tre settori che più di tutti sono causa degli alti livelli di inquinamento che tuttora persistono: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa, sui quali ogni ministero assume impegni concreti. L’appuntamento internazionale di Torino (“Clean Air Dialogues”), all’Environment Park del capoluogo piemontese, rappresenta anche occasione di confronto con l’Unione europea, nella consapevolezza che bisogna fare di più rispetto alle misure adottate finora in Italia, dalle domeniche ecologiche agli incentivi alla mobilità sostenibile, dai monitoraggi costanti ai protocolli d’intesa con le Regioni, su tutti quello con le Regioni del bacino padano che vede Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto adottare provvedimenti comuni per il miglioramento della qualità dell’aria.
Il documento che abbiamo firmato oggi è estremamente significativo e si pone lungo una strada che avevamo già da tempo indicato al Governo - sottolinea il presidente Bonaccini -, sin da quando fu sottoscritto il protocollo di intesa per contrastare l’inquinamento atmosferico da parte delle Regioni del bacino padano, che faceva della lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici un impegno che andasse oltre i confini territoriali, in una logica d’area vasta, e oltre il colore politico. Finalmente - prosegue Bonaccini - ci si pone in un’ottica strategica e di collaborazione istituzionale delineando un percorso comune per adottare misure normative, programmatiche e finanziarie condivise attraverso un’unità di coordinamento del Piano istituita presso la Presidenza del Consiglio e che vedrà la partecipazione attiva e propositiva delle Regioni.
Cinque ambiti tematici con azioni definite preliminarmente. Un primo ambito sarà trasversale e comporterà: la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi; un fondo fino a 400 milioni di euro per finanziare il Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico; accordi Stato-Regioni per migliorare la qualità dell’aria; interventi per un’informazione più capillare ai cittadini. “È rilevante - aggiunge Bonaccini - il fatto che il fondo unico di 400 milioni oltre a perseguire l’obiettivo della riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici, servirà anche a sviluppare accordi tra lo Stato e le Regioni e a cofinanziare piani regionali che avranno lo stesso scopo. È un segnale importante per orientare la lotta all’inquinamento atmosferico in base alle specificità territoriali”.
Un secondo ambito riguarderà l’agricoltura e la combustione di biomasse con la previsione di interventi per abbattere le emissioni di ammoniaca e limitare l’abbruciamento di residui vegetali.
Il terzo ambito si riferisce, invece, alla mobilità e prevede sei azioni: introdurre criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extra urbano; controllare meglio le aree a traffico limitato; stabilire linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi; sostenere la diffusione della micro-mobilità elettrica; disincentivare l’uso di veicoli ad alte emissioni inquinanti; incentivare la mobilità attiva. “È questo un settore molto importante per le Regioni - afferma Bonaccini - perché può rappresentare un’opportunità per consentire programmi di incentivazione delle tecnologie elettriche ibride anche a livello regionale o interregionale: quelle regioni o aree territoriali potranno sostenere misure a vantaggio di chi sceglie veicoli non inquinanti, o rafforzarle se già le hanno attivate”.
Gli ultimi due ambiti di interventi sono relativi alle misure per ridurre le emissioni inquinanti attraverso azioni di controllo, incentivazione e disincentivazione sugli impianti per il riscaldamento civile e programmi per la chiusura o la trasformazione degli impianti termoelettrici alimentati a carbone.
Dobbiamo considerare questo protocollo come un segnale positivo da parte del Governo, essendo sempre di più necessaria e fondamentale una strategia d’azione nazionale in ambito ambientale - chiude il presidente della Conferenza delle Regioni -, per un’efficace azione di contrasto all’inquinamento atmosferico che risponda alle esigenze di tutela di salute dei nostri cittadini e fare in modo che il nostro Paese possa rispondere alle procedure di infrazione europee ed evitarne di nuove.