L’istituzione dell’Albo nazionale obbligatorio dei Commissari di gara da parte di ANAC rappresenta per gli architetti milanesi un passo avanti nel segno della trasparenza in materia di gare di appalto. L’Albo inoltre costituisce una opportunità per i professionisti iscritti all’Ordine e delinea, seppur in via ancora provvisoria, un quadro economico sensato per i Commissari nominati.
Permangono tuttavia alcuni dubbi interpretativi sull'applicazione ai concorsi di progettazione della Linea Guida n. 5 che disciplina l’Albo, che si sono tradotti in un ‘Quesito’ posto ad ANAC.
Secondo l’Ordine, i concorsi di progettazione sono infatti soggetti a una disciplina autonoma rispetto agli appalti, e l’auspicio è che i chiarimenti di ANAC confermino questo convincimento.
“I concorsi non sono forniture di materiali a peso e quantità – affermano all’Ordine. Sono forniture di servizi iper-qualificati e richiedono professionalità alte e specifiche. E non sono soggetti all’offerta economicamente più vantaggiosa”.
Inoltre, la nomina delle giurie per estrazione – come indicato da ANAC – “potrebbe non garantire i risultati di qualità attesi dall’ente banditore”: la giuria dovrebbe poter sempre essere indicata dal committente che, in tal modo, indica una direzione verso la quale intende dirigersi. “Ivi compresa la chiamata a giurati stranieri”. È una discrezionalità non sulle economie, ma sulla qualità dei risultati.
“Ciò che proponiamo, in caso contrario, è che la committenza possa scegliere i nominativi dall’Albo e sottoporli ad ANAC perché attivi un sistema rigoroso di controlli”.
Quanto alla tabella dei compensi per i commissari prevista da ANAC nelle Linee Guida di attuazione dell’Albo, l’Ordine rileva che la norma, se introdotta, necessiti una riflessione e una compiuta regolamentazione delle modalità di reperimento dei fondi necessari alla luce del fatto che “molte Amministrazioni Pubbliche non sono né sarebbero in grado di reperirli”.
Questi elementi in sospeso, affermano gli uffici di via Solferino, quando non affrontati organicamente, rischierebbero di porre fine a una vivace stagione di concorsi, il cui contributo è rilevante per la crescita economica, la riqualificazione dei nostri territori, la qualità della progettazione e, a cascata, per la qualità della vita di tutti i cittadini.
In allegato il quesito posto all'Anac