Il Centro Studi CNI ha diffuso il rapporto annuale sugli iscritti all’Ordine degli ingegneri.
Segnali di ripresa per il numero di iscritti all’Albo degli ingegneri dopo anni di curva di crescita sostanzialmente piatta. L’analisi dei dati al 1 gennaio 2019, infatti, certifica un aumento in misura maggiore rispetto agli anni precedenti: dai 625 iscritti in più del 2018, si è passati a un saldo positivo di 1.777 ingegneri che ha portato il numero complessivo di iscritti a 241.791. E’ quanto emerge dalla consueta analisi annuale effettuata dal Centro Studi CNI.
Rispetto agli anni precedenti aumentano le cancellazioni. Tuttavia, in misura ancora maggiore aumentano le nuove iscrizioni e le re-iscrizioni. Sono proprio queste ultime a contribuire in modo considerevole a rendere positivo il saldo degli ultimi anni controbilanciando, invece, l’effetto del rallentamento progressivo del numero di neolaureati che affrontano gli Esami di Stato e che si iscrivono all’albo professionale.
“In un quadro complessivamente positivo – afferma Armando Zambrano, Presidente del CNI – permangono delle criticità. In primo luogo la crescita contenuta degli iscritti all’albo rispetto al consistente numero di laureati in ingegneria che si registra ogni anno. Emerge una sorta di disaffezione, soprattutto da parte delle giovani generazioni, nei confronti del sistema ordinistico. Proprio per questo da tempo il CNI si sta interrogando sulle trasformazioni in atto nel mercato del lavoro e sulle modalità di esercizio della professione, attivando una serie di strategie per recupero la propria centralità.
“La distribuzione degli iscritti tra i tre settori, al netto degli iscritti del vecchio ordinamento, continua ad essere sbilanciata verso il settore civile ed ambientale. Molto bassa risulta la percentuale di ingegneri elettronici, informatici, delle telecomunicazioni che si iscrivono all’albo, a conferma del fatto che l’iscrizione è percepita come un obbligo normativo per lo più, limitato ai soli ingegneri civili. Pochi ingegneri industriali o dell’informazione, dunque, sebbene in aumento in termini di laureati, percepiscono l’Albo professionale ed il sistema ordinistico come un punto di riferimento ed una struttura di rappresentanza e di riferimento.
Per questo motivo i cambiamenti in atto obbligano il sistema ordinistico ad elaborare le giuste strategie atte a conseguire un significativo ampliamento del numero di iscritti”.
“Le nuove strategie dell’Ordine – osserva Giuseppe Marotta, Presidente del Centro Studi CNI – passano attraverso la constatazione di come, ad esempio, anche il campo civile e delle costruzioni appare sempre più orientato ad una forte interconnessione con gli altri settori e l’ingegneria si sta riaffermando come una disciplina ricca sì di specializzazioni, ma allo stesso tempo, interdisciplinare. Basti pensare alla tutela dell’ambiente, al BIM o alla domotica, filoni del ramo civile che necessitano, tuttavia, di ingegneri industriali e dell’informazione.
Anche gli Ordini stanno progressivamente modificando le loro funzioni, che non si limitano più alla tenuta dell’Albo ma abbracciano diversi rami della vita professionale dell’ingegnere: curano la formazione continua degli iscritti, offrono supporto all’attività lavorativa sia autonoma che dipendente anche nella ricerca delle opportunità di lavoro, qualificano gli ingegneri certificandone le competenze, offrono sportelli di consulenza legale o fiscale.
Il rapporto del Centro Studi CNI attesta un aumento degli iscritti dello 0,7%. Nello specifico si tratta di 231.173 iscritti alla sezione A e 10.618 alla sezione B. Sebbene si tratti di un tasso di crescita piuttosto contenuto (+0,6% nella sezione A e +3,3% nella sezione B rispetto al 2018), i dati del 2019 risollevano il “delta” degli iscritti alla sezione A dopo tre anni di quasi pareggio: 1.439 iscritti in più contro gli appena 376 del 2018.
Solo nei prossimi anni si potrà verificare se si tratta di un episodio isolato o di una vera e propria inversione di tendenza, conseguente anche all’impegno che stanno profondendo il CNI e gli Ordini nell’innescare dinamiche nuove e nel diventare strutture capaci di dialogare meglio e di più con gli iscritti e in grado di fornire servizi di qualità a tutti gli ingegneri indipendentemente dall’attività lavorativa svolta.
La parte più rilevante degli iscritti all’albo è formata dagli ingegneri meridionali che costituiscono il 40,5% del totale (limitando ai soli ingegneri iuniores si arriva a sfiorare il 50%). La regione con il maggior numero di iscritti resta tuttavia la Lombardia (oltre 30mila), seguita dal Lazio (circa 28mila) e Campania (circa 26.700 iscritti). Tutte le regioni fanno registrare un aumento degli iscritti rispetto allo scorso anno, fatta eccezione per la Liguria, il Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta.
Prosegue, infine, la crescita, senza soluzione di continuità, della componente femminile sia tra i laureati in ingegneria che all’interno dell’albo: nel 2019 il 15,3% degli iscritti all’albo degli Ingegneri è costituito da donne, a fronte del 14,8% dell’anno precedente. Attualmente le donne iscritte all’albo professionale sono 36.939, quasi 1.400 in più delle 35.580 registrate nel 2018.