Sulla questione dell’accesso alla professione “non esiste alcuna interferenza con gli architetti”, ha precisato il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, in riferimento ai possibili malintesi relativi alla questione dell’ammissibilità dei laureati in architettura col vecchio ordinamento a sostenere l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione di ingegnere, discussa in occasione di un incontro col Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (LEGGI TUTTO).
“Nel corso del nostro incontro – ha ricordato Zambrano - abbiamo illustrato al Ministro Giannini la problematica originata dal pronunciamento del Miur del 2012, in forza della quale alcune università ammettono i laureati in architettura all’esame di abilitazione per la professione di ingegneri. La nostra posizione è chiara. I nostri ordini provinciali stanno ricevendo numerose richieste di iscrizione all’Albo da parte di laureati in architettura col vecchio ordinamento e regolarmente le rifiutano. Al Ministro Giannini abbiamo chiesto proprio un intervento finalizzato alla revoca di una circolare sbagliata che consente l’accesso agli esami di Stato di ingegnere agli architetti, mettendo fine a queste richieste di accesso all’Albo degli ingegneri da parte di laureati in architettura. Ripeto, dunque, che non c’è alcuna interferenza nei confronti degli architetti con i quali abbiamo ottimi rapporti e condividiamo battaglie ed iniziative”.
“Apprendiamo con rammarico – ha detto Zambrano – che a causa di interpretazioni errate si corre il rischio di creare frizioni che non hanno motivo di essere all’interno delle professioni italiane. Queste hanno fatto un passo storico costituendo la Rete delle Professioni Tecniche che sta ottenendo risultati straordinari resi possibili anche dagli ottimi rapporti reciproci”.
IL NODO DEL CICLO DI STUDI QUINQUENNALE. “Desideriamo precisare – prosegue il Presidente del CNI – che noi ingegneri abbiamo chiesto un incontro al Ministro Giannini perché siamo alle prese con una serie di problematiche specifiche che abbiamo la necessità di risolvere. Una di queste è quella del ciclo di studi quinquennale che noi abbiamo soltanto per l’indirizzo di ingegneria edile-architettura. Poiché nell’85% dei casi i laureati in ingegneria di primo livello decidono di conseguire la laurea magistrale, ci troviamo più di ogni altra professione a scontare gli effetti negativi del sistema universitario del 3+2. Per questo abbiamo chiesto anche per gli ingegneri la creazione di un ciclo di studi quinquennale”.
“Più in generale – dice ancora Zambrano – abbiamo chiesto al Ministro un intervento globale sulla formazione universitaria degli ingegneri, attraverso una riorganizzazione dei corsi, anche al fine di evitare la loro proliferazione. Oltre a questo, tra le altre cose abbiamo chiesto l’accelerazione della stipula della convenzione tra Anvur e Quacing per il riconoscimento delle certificazioni della qualità degli accreditamenti Eur-Ace. Su tutti questi punti il Ministro Giannini ha manifestato grande attenzione e la ringraziamo per la disponibilità con la quale si è impegnata a risolvere le problematiche che abbiamo posto”.