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“All'accatastamento ci pensa il Comune”: altro che semplificazione

Le professioni tecniche criticano lo spot del Governo sulle semplificazioni per le ristrutturazioni in casa introdotte dallo Sblocca Italia

giovedì 29 gennaio 2015 - Redazione Build News

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Nuova polemica delle professioni tecniche. Questa volta nel mirino di periti industriali, geometri e architetti c'è uno spot del Governo che dal 21 gennaio scorso viene trasmesso dal servizio radiotelevisivo pubblico per informare i cittadini in merito alle semplificazioni (delle comunicazioni, delle procedure e degli oneri a carico dei cittadini) introdotte dalla legge Sblocca Italia (legge n. 164/2014) per i lavori di ristrutturazione della casa.  

Secondo lo spot, “oggi tutto è più semplice” e se il cittadino non modifica la struttura dell'abitazione e non cambia la volumetria complessiva, non c'è più bisogno del permesso di costruire, ma è sufficiente una semplice comunicazione di fine lavori al Comune. Lo spot si chiude affermando che “all'accatastamento ci pensa il comune”.

Le professioni tecniche criticano proprio il passaggio in cui si afferma, sulla base della modifica introdotta dallo Sblocca Italia – art. 17, comma 1, lettera e, punto 3 – all'articolo 6, comma 5 del Testo Unico Edilizia (Dpr 380/2001), che l'accatastamento non sarà più a carico del cittadino ma del comune.

LA NOTA DEL PRESIDENTE DEI GEOMETRI. Con una nota inviata al presidente del Consiglio, ai ministri delle Infrastrutture e dell'Economia, al viceministro all'Economia, ai presidenti delle commissioni VI di Camera e Senato, al direttore e al vicedirettore dell'Agenzia delle Entrate, il presidente del Consiglio nazionale dei geometri, Maurizio Savoncelli, esprime il timore che, a fronte dell'introduzione della suddetta semplificazione, “si possa ingenerare un disallineamento dei dati, con conseguenti ritardi nell'aggiornamento della banca dati catastale e l'inopportuna vanificazione delle disposizioni contenute nell'articolo 19, comma 4 del decreto-legge n. 78/2010, convertito in legge n. 122/2010 per quanto riguarda la dichiarazione in catasto dei fabbricati non censiti. Inevitabili, inoltre, le ripercussioni negative anche sulla riforma del catasto appena avviata”.

Una semplificazione, dunque, che rischia di non generare per intero i benefici prospettati: “un eventuale nuovo arretrato nell'aggiornamento catastale potrebbe causare – avverte il presidente dei geometri – un allungamento dei tempi di compravendita immobiliare, qualora la planimetria presente in catasto non sia conforme allo stato reale dell'immobile”.

POCHISSIMI I COMUNI ATTREZZATI. Altro che semplificazione: “i cittadini – oltre a non poter gestire direttamente la pratica di variazione catastale – potrebbero avere difficoltà anche solo nel seguirne la tracciabilità a causa di ostacoli “fisiologici”: la mancanza di dialogo tra due amministrazioni – Comune e Agenzia delle Entrate – deputate a svolgere ruoli e funzioni differenti”.

Pertanto, il presidente dei geometri chiede al Governo di intervenire con urgenza per cancellare il provvedimento normativo e di tagliare la slide inserita nello spot recante la titolazione “e all'accatastamento ci pensa il comune”.

IL TWEET DEGLI ARCHITETTI DI PAVIA. Gli architetti di Pavia hanno twittato: “Sblocca Italia: al catasto ci pensa il comune. Un aiuto per i tecnici in momento di crisi”, con il link (http://www.casa.governo.it/tematiche/semplificazioni.html) al sito governativo che illustra le semplificazioni per le ristrutturazioni in casa introdotte dallo Sblocca Italia. 




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