La Conferenza nazionale per l’efficienza energetica, alla sua XIII edizione, si svolge appena dopo due eventi importanti per il futuro dell’uso dell’energia, il G20 e la COP26. Questi appuntamenti internazionali per la prima volta hanno aperto al superamento della narrazione ideologica e semplicistica secondo cui l’unica strada verso la transizione fosse l’installazione di rinnovabili elettriche di grandi dimensioni. Si è resa chiara la necessità di mettere in campo una molteplicità di azioni diverse e di investire in ricerca tecnologica, grazie anche all’intervento italiano con Mario Draghi che dichiara “oggi raggiungere quegli obiettivi nel 2050 con le sole rinnovabili non è realistico. Ce l'ha detto la Commissione, l'han detto le Nazioni Unite…”.
“Come Amici della Terra abbiamo apprezzato almeno tre decisioni con queste caratteristiche, annunciate da Draghi già in conclusione del G20 di Roma – conferma la presidente dell’associazione Monica Tommasi nel discorso di apertura dei lavori - I 100 miliardi annui di sostegno alle politiche dei paesi meno sviluppati, il ruolo della forestazione perché l’obbiettivo net zero non può prescindere dal riassorbire parte delle emissioni, e la priorità data finalmente alla riduzione delle emissioni di metano, fronte sul quale come Amici della Terra siamo da anni attivi con studi e collaborazioni su più fronti.”
Il ruolo dell'Italia e il PNEC
L’Italia nella definizione del nuovo PNEC richiesto dallo European Green Deal deve superare l’attuale impostazione e assumere realmente il principio #Primalefficienza. Per fare cio? il nuovo PNEC dovra? ruotare su un obiettivo globale di riduzione dell’intensita? energetica basato su obiettivi settoriali di miglioramento dell’efficienza energetica collegati a corrispondenti obiettivi di aumento della competitivita? e crescita economica.
Il principio #primalefficienza
Gli Amici della Terra ripropongpno con forza il principio #primalefficienza che in questi anni ha dimostrato di essere l’approccio trasversale che ha portato gli unici veri progressi, graduali ma concreti e misurabili, a fronte di investimenti grandiosi fatti a favore di eolico e fotovoltaico che hanno prodotto risultati bassi e sulle cui contraddizioni non si è mai avuto un dibattito pubblico serio. Contraddizioni che riguardano la dimensione locale con gli impatti paesaggistici, sulla biodiversità e per lo sviluppo rurale; e la dimensione globale con il consumo di suolo, con le nuove esigenze di estrazione mineraria che pongono enormi problemi di sostenibilità ambientale, a cui è dedicata la sessione pomeridiana del primo giorno dei lavori.
“Vanno evitate quindi politiche che non tengano conto della realta? italiana, privilegiando
solo le rinnovabili elettriche intermittenti, percorsi di elettrificazione dei consumi velleitari, e
la rinuncia a gestire al meglio il ruolo del gas naturale nella transizione rischiano di avere
effetti controproducenti sul conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione. - Conclude
Monica Tommasi - E infine non bisogna sottovalutare il pericolo che il populismo cavalchi
le contraddizioni di politiche per la transizione non attente alla realtà sociale del paese.”