Pochi mesi fa, un’elaborazione del Centro Studi CNI stimava in circa 17 miliardi lo stimolo all’economia nazionale generato dal Superbonus 110%. Ora uno studio realizzato da Ance Emilia-Romagna e Nomisma quantifica in ben 124,8 miliardi di euro il valore generato, nel suo complesso, dalla misura, con le sue agevolazioni, le detrazioni e i rimborsi per le ristrutturazioni edilizie. Lo studio – il primo “Bilancio sociale e ambientale del Superbonus 110%” – è stato presentato ieri, 13 luglio 2022, durante il convegno-studio “C’è transizione senza Superbonus?” presso l’Opificio Golinelli a Bologna, con la partecipazione, tra gli altri, del sindaco di Bologna Matteo Lepore.
Lo studio stima che per ogni beneficiario l’investimento statale possa generare un risparmio annuo medio in bolletta di 500 euro. Per quanto riguarda, invece, l’impatto ambientale, il bonus edilizio ha già consentito di contenere in maniera significativa l’impronta ecologica dei cantieri con una riduzione di 979mila tonnellate di CO2, pari ad un risparmio di CO2 del 46,4% con 3 salti di classe energetica.
Oltre a ciò, la misura sta rappresentando quasi il 50% dell’incremento di potenza rinnovabile (fotovoltaico/pannelli solari) installata sul parco immobiliare italiano in termini di numero di interventi: grazie a tale strategia, sono stati immessi in consumo ben 106 milioni di kW annui di energie rinnovabili, con una previsione di inserimento di ulteriori 37 milioni per i cantieri ancora in attivazione, dimostrando l’irrinunciabilità di questa strategia. Infine, il Superbonus opera esclusivamente sul patrimonio immobiliare esistente, producendo effetti positivi sul contenimento di consumo di suolo e minori investimenti sulla realizzazione di servizi e infrastrutture collegate: il risultato di questi vantaggi è quantificabile in 15,3 miliardi di euro complessivi.
L’analisi si conclude evidenziando il valore sociale: i 38,7 miliardi di euro già investiti hanno comportato un aumento di occupazione nel settore delle costruzioni per un totale di 634mila occupati. Per quanto riguarda le famiglie, nonostante alcune evidenze mostrino che la misura abbia favorito in media i ceti medio-alti, ben 483mila famiglie con reddito medio-basso (sotto i 1.800 euro) hanno avuto l’occasione di effettuare lavori di riqualificazione energetica profonda alla propria abitazione a costo zero.
Abbiamo organizzato questo convegno e commissionato la ricerca esclusiva a Nomisma perché riteniamo fondamentale che la misura espansiva del 110%, che non grava sui conti pubblici ma anzi li migliora generando ricchezza, occupazione e benessere per i cittadini contribuendo significativamente all’innalzamento del Pil, non debba più essere oggetto di tanta disinformazione e di un ingiustificato atteggiamento di sfiducia; sono gli elementi che hanno avuto il nefasto effetto di bloccare l’avanzamento degli interventi di riqualificazione energetica, creando enormi problemi alle imprese, all’occupazione e a milioni di famiglie italiane che si vedono i lavori bloccati – commenta il Presidente di ANCE Emilia, Leonardo Fornaciari.
“Oggi abbiamo dimostrato con la chiarezza dei numeri che non può esistere un piano di transizione ecologica senza il Superbonus. Se la misura non verrà resa strutturale, non raggiungeremo gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2030 e al 2050 e non saremo in grado di rispettare gli impegni assunti in Europa; e ad oggi, questo processo è bloccato ed è prioritario ed urgente riavviarlo subito, rimettendo in moto il mercato delle cessioni dei crediti. Le nostre imprese non possono più aspettare. Non facciamo che una vera opportunità diventi una piaga sociale per il paese. Non sprechiamo la più efficace misura verso la Transizione ecologica dell’Italia”.