Lunedì 11 gennaio, nella sede territoriale di Regione Lombardia a Bergamo, ARPA Lombardia ha presentato la relazione finale relativa alla campagna di monitoraggio della qualità dell’aria del sedime aeroportuale dell’aeroporto Caravaggio di Orio al Serio.
Lo studio, richiesto dall'assessorato all'Ambiente di Regione Lombardia ed effettuato in convenzione con la società S.a.c.b.o. Spa, è stato effettuato in due fasi.
FASI. La prima, da maggio a giugno 2014, in occasione dei lavori per la manutenzione delle piste, ha compreso sia il monitoraggio in assenza di voli, sia uno con la ripresa della normale attività.
La seconda fase , svolta in inverno da dicembre 2014 al marzo 2015, ha permesso di raccogliere i dati nel periodo di maggior ristagno degli inquinanti atmosferici.
“L’aeroporto di Orio al Serio produce – come qualsiasi altra attività aeroportuale – emissioni in atmosfera importanti, ma il loro impatto si diluisce in un’area vasta che va da Torino a Venezia, ovvero nel famoso bacino padano. Perciò le emissioni degli aerei influenzano i livelli di qualità dell’aria a terra solo ad un’altezza limitata; oltre i 100-150 metri– nel periodo di maggior accumulo degli inquinanti – si rimescolano”.
Così Bruno Simini, presidente di Arpa Lombardia, alla pubblicazione della relazione.
L’attività aeroportuale impatta, ma solo in parte relativa queste emissioni restano nelle concentrazioni misurate localmente. Dati alla mano – continua il presidente – a Orio e Grassobbio il Pm10 prodotto dalle auto è pari al 47 %, quello dell’aeroporto al 22%. Durante la campagna, peraltro, le concentrazioni di Pm10 e Pm2,5 sono risultate omogenee con quelle rilevate nelle centraline di monitoraggio della rete regionale. Questo territorio è stato monitorato costantemente a partire dal 2003 attraverso ben 23 campagne, a cui si sono aggiunte le due recenti più importanti.
In queste ultime, sono state analizzate circa cinquanta sostanze nei due periodi: maggio – giugno 2014 con l’aeroporto chiuso per lavori e poi aperto, dicembre 2014-marzo 2015 con stazione in piena attività e nel periodo invernale, in cui gli inquinanti ristagnano di più. Si tratta di un lavoro unico e di avanguardia a livello nazionale e sicuramente – conclude Simini – farà scuola in Europa.
I dati emersi dalla campagna, consentiranno di fornire tutti gli elementi di valutazione dello stato dell’ambiente per permettere alle Autorità competenti di intraprendere azioni adeguate nel breve-medio termine.
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