Sul tema della prevenzione antisismica degli edifici, “la questione è delicata e complessa, e qualsiasi discussione di merito richiede doverose premesse. La prima: gli interventi di messa in sicurezza devono essere eseguiti in funzione dell'età degli edifici e del relativo grado di vulnerabilità sismica.”
Così il presidente del Consiglio regionale dei geometri, Maurizio Savoncelli, in un suo intervento pubblicato su ItaliaOggi di oggi 15 settembre 2016.
“In Italia la prima disciplina organica in materia sismica – ricorda Savoncelli - è la legge 2 febbraio 1974 n. 64: prima di allora, in assenza di una profonda consapevolezza in merito ai rischi ai quali ci si esponeva, si costruiva in piena libertà. La più recente è il dm 14 gennaio 2008, che introduce il concetto prestazionale in luogo di quello prescrizionale: il progettista può individuare in autonomia il percorso da seguire per garantire il massimo livello di sicurezza, diffuso sull'intera costruzione. Nel mezzo, metodologie costruttive che evolvono parallelamente alla normativa. A ciascuno di questi ambiti temporali corrisponde, quindi, un differente livello di esposizione al rischio sismico: massimo per le costruzioni ex ante 1974, minimo per quelle ex post 2008, variabile per quelle del periodo intermedio. In base a questo assunto e utilizzando come parametro di intensità sismica l'impatto del territorio de L'Aquila, si stima di dover intervenire su circa 12 milioni di immobili con il coinvolgimento di circa 23 milioni di cittadini.”
Quanto alla seconda premessa, “lo Stato spende annualmente circa 3 miliardi di euro per opere di ricostruzione post-sisma; l'attuazione di un piano di prevenzione ridurrebbe progressivamente i costi attuali e futuri.”
Infine, la terza premessa: “lo Stato deve rendersi protagonista di scelte di politica economica finalizzate ad incentivare l'adeguamento strutturale antisismico del patrimonio immobiliare privato, oltre che di quello pubblico.”
I PROFESSIONISTI TECNICI DEVONO POTER OPERARE IN REGIME DI SUSSIDIARIETÀ RISPETTO ALLA P.A. Savoncelli sottolinea la necessità che i professionisti tecnici “possano operare in regime di sussidiarietà rispetto alla p.a. (che mantiene in capo le attività di programmazione, coordinamento e controllo), sgravando i cittadini da incombenze burocratiche e procedure amministrative percepite come vessatorie.”
AUTONOMIA AI CITTADINI NELLA SCELTA DEL TECNICO. Ai cittadini va riconosciuto “un ruolo attivo nell'attuazione di un piano nazionale antisismico (che il Governo è risoluto a lanciare), assegnando autonomia nella scelta del professionista tecnico”. In questo modo i cittadini verrebbero investiti “della responsabilità di agire «in casa propria» per il bene della collettività.”
PUBBLICITÀ E TRASPARENZA AL SERVIZIO DELLA PREVENZIONE. Secondo i geometri il rischio sismico può essere fronteggiato in modo strutturale implementando l'efficacia di metodologie già esistenti: il grado di vulnerabilità sismica e le informazioni provenienti da altri strumenti di certificazione potranno essere riportati nella banca dati catastale dell'Agenzia delle entrate - Area territorio.