Per evitare il blocco dei cantieri finanziati con le risorse del PNRR, il governo, nell’ultimo decreto legge n. 50/2022 – Decreto “Aiuti” – ha previsto nuove misure, volte a fronteggiare, nel settore degli appalti pubblici di lavori, gli aumenti eccezionali dei prezzi dei materiali da costruzione non prendendo in considerazione i professionisti del settore.
Infatti, secondo l’ing. Franco Fietta, Presidente di Fondazione Inarcassa,
l’onere maggiore ricade proprio sui nostri professionisti che, in quanto direttori dei lavori, sono obbligati a rifare la contabilità anche nei casi in cui lo stato di avanzamento dei lavori sia stato già adottato, tra l’altro dovendo usare criteri di calcolo assolutamente nuovi, interpretazioni normative ancora confuse e spesso in assenza di prezziari aggiornati.
Se le incombenze e le responsabilità per i professionisti aumentano, non può dirsi altrettanto per la parte economica. I direttori dei lavori, infatti, denunciano una forte resistenza da parte dei RUP a rivedere gli onorari per questo nuovo impegno. Alcune forze politiche, comunque, hanno già colto la criticità sottesa all’art. 26 del decreto, richiamando opportunamente l'articolo 106 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.
Il Decreto Aiuti, purtroppo, ha una criticità ancora più grave – continua il Presidente della Fondazione Inarcassa – in quanto non risolve ancora la frenata degli istituti di credito che hanno smesso da qualche mese di acquistare i crediti fiscali collegati alle agevolazioni per la ristrutturazione di case e palazzi. Le precedenti norme introdotte dal legislatore hanno bloccato il mercato dei crediti fiscali ed i nostri professionisti non hanno più liquidità per mandare avanti i loro studi, pagare il personale o i fornitori. Hanno solamente dei pezzi di carta che nessuno accetta più e questo non per leggi di mercato, ma per l’entropia delle norme.
Infine il Presidente conclude:
La Fondazione Inarcassa con difficoltà si sta adoperando con diversi istituti di credito per trovare nuove vie, ma purtroppo non stiamo parlando di piccole cifre, sono cinque miliardi di euro sospesi che stanno mettendo in ginocchio l’intero settore. Auspichiamo che nel corso dell’esame di conversione in legge del decreto "Aiuti" sia possibile correggere la norma.