Dai 1.000 ai 10.000 euro. L'operazione meno costosa, quella per evitare le ispezioni Asl, la più cara per ottenere la dichiarazione di fine lavori. E' un vero e proprio tariffario per le tangenti nel settore edili quello emerso dall'indagine su corruzione e concussione negli appalti pubblici condotta dalla Procura di Roma e terminata con undici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di funzionari e tecnici del Comune di Roma. Gli arresti, che seguono quelli già eseguiti lo scorso 8 gennaio (e che nulla hanno a che vedere con l'inchiesta su 'Mafia Capitale'), hanno riguardato questa volta tecnici in servizio al IX dipartimento di Roma Capitale- che si occupa di programmazione e attuazione urbanistica-, preposti a rilascio delle concessioni edilizie. I tecnici si occupavano della gestione dell'intero iter autorizzativo: dal rilascio dei titoli abilitativi, come il permesso di costruire, all'approvazione delle varianti in corso d'opera fino alle concessioni edilizie in sanatoria. E le tangenti servivano anche per evitare 'intoppi' in corso d'opera, ovvero per evadere controlli sulle misure di sicurezza e ispezioni della Asl.
Un sistema di corruzione, anche preventiva
L'inchiesta, durata un anno e mezzo avvalendosi dei racconti degli imprenditori vittime e di intercettazioni telefoniche, è partita proprio dalla denuncia di due costruttori edili romani, impegnati nelle costruzioni di case nella zona di Roma Nord, Boccea-Casalotti. In un episodio, per la costruzione di villette a schiera sono stati chiesti 2000 euro per ciascuna unità, mentre per 'aggirare' i controlli servivano altri 1.000 euro, o latte (questo il nome coniato per la valuta delle tangenti). "In alcuni casi - ha affermato il generale Gennaro Vecchione, comandante delle Unità speciali della Finanza - abbiamo scoperto una sorta di corruzione preventiva con tangenti pagate addirittura prima che partissero i controlli".
Il tariffario delle tangenti
Questo il tariffario: 6mila euro erano necessari per la dichiarazione di inizio dei lavori, 3mila per le pratiche di sanatoria, 8mila per le varianti d'opera, 10 mila per la dichiarazione di fine lavori. Se per evitare la Asl bastavano 'soltanto' 1000 euro, per chiudere un occhio sui gravi abusi edilizi si poteva arrivare ai 12mila.