“Se dal 2017 in poi la domanda di contratti pubblici è cresciuta sensibilmente e il trend positivo è proseguito anche nel 2019, con un aumento complessivo del numero delle procedure di circa l'8% e degli importi di quasi il 23%, sfiorando la cifra record di 170 miliardi di euro, l'emergenza Covid ha cambiato completamento lo scenario. Nel primo quadrimestre del 2020 gli appalti sono scesi di circa il 24% in numero e del 33% in valore, pari a 18,6 miliardi in meno".
Lo ha rilevato l'Anac nella Relazione annuale sull’attività svolta dall’Autorità Nazionale Anticorruzione nel 2019, che è stata presentata oggi presso la Camera dei Deputati.
"Focalizzando l'attenzione sui valori superiori a 40 mila euro, risalta il fatto che la quasi totalitá degli affidamenti è stata effettuata mediante procedure senza pubblicazione del bando (77%) o tramite affidamento diretto (20%), con un ruolo predominante elle centrali di committenza e degli organi centrali (circa il 57% degli appalti è riconducibile a tali comparti)", ha evidenziato Francesco Merloni, presidente dell'Anac.
"Nella maggior parte dei casi sono state scelte procedure a invito, che assicurano un minimo confronto tra piú offerte e migliori rapporti qualitá/prezzo, mentre il minor numero di affidamenti diretti è verosimilmente riconducibile ai casi di effettiva estrema urgenza. Ciò dmostra una certa capacità delle amministrazioni di maggiori dimensioni di utilizzare i numerosi e articolati strumenti emergenziali che il Codice prevede”, ha osservato Merloni.
In allegato la Presentazione del Presidente f.f. Francesco Merloni, la Relazione e il documento “L’Autorità e l’emergenza Covid”