La Commissione europea ha deciso in data odierna di continuare a perseguire le procedure di infrazione in corso nei confronti dell'Italia (INFR(2018)2273) e dell'Ungheria (INFR(2018)2310) per garantire il corretto recepimento delle direttive in materia di appalti pubblici e concessioni (direttive 2014/24/UE, 2014/25/UE e 2014/23/UE). Conformemente alla normativa UE in materia di appalti pubblici, gli appalti pubblici al di sopra di una determinata soglia devono essere oggetto di un bando di gara nel rispetto dei principi di trasparenza, parità di trattamento e non discriminazione. Nel garantire che gli Stati membri recepiscano correttamente tali direttive nelle rispettive legislazioni nazionali, la Commissione agisce per tutelare la concorrenza leale e promuovere un migliore uso del denaro dei contribuenti.
Per quanto riguarda l'Italia, la Commissione invita le autorità italiane ad affrontare alcune questioni rimanenti e aggiuntive concernenti il recepimento delle norme dell'UE in materia di appalti pubblici. Secondo la Commissione, alcune delle nuove norme italiane, come le disposizioni sulle procedure negoziate senza gara d'appalto, non sono conformi alla legislazione dell'UE in materia di appalti pubblici. Sebbene prenda atto dei notevoli progressi compiuti dall'Italia nel conformare la propria legislazione al quadro dell'UE in materia di appalti pubblici, la Commissione Ue invita l'Italia ad affrontare le questioni ancora in sospeso già sollevate nelle precedenti lettere di costituzione in mora, come il divieto per i subappaltatori di ricorrere ad altri subappaltatori.
La Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora complementari all'Italia e all'Ungheria. Entrambi gli Stati membri dispongono ora di 2 mesi per rispondere ai rilievi espressi dalla Commissione, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di emettere pareri motivati.