Nella seduta del 19 febbraio 2015, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato la “Guida alla redazione dei documenti per la trasparenza e tracciabilità della fase esecutiva dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture”, adottata dal Consiglio Direttivo di ITACA il 18 dicembre 2014, e dalla Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio nella seduta del 18 febbraio 2015.
Il documento (vedi in allegato) suggerisce buone prassi di trasparenza a tutte le amministrazioni aggiudicatrici nella gestione della fase esecutiva di un contratto pubblico.
Gli allegati proposti con la Guida sono tratti dalle Linee Guida elaborate dal Comitato Regionale per la Trasparenza degli Appalti e la Sicurezza nei Cantieri della Regione Lombardia, istituito dall'art. 10 della legge regionale n. 9 del 2011 recante “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto della criminalità”, con il compito istituzionale “di vigilare sulla trasparenza degli appalti e sulla sicurezza dei cantieri, anche con particolare riferimento ad EXPO 2015, monitorando la trasparenza ed il rispetto della normativa vigente in materia di contratti di lavori, servizi e forniture e degli investimenti pubblici”.
Nel lungo e complesso ciclo del contratto pubblico, le direttive europee sugli appalti intervengono e garantiscono la trasparenza nella fase ad evidenza pubblica. La effettiva applicazione delle norme nazionali del Codice dei contratti pubblici e quelle specifiche della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione), offrono garanzie sufficienti di trasparenza, sia per la fase ad evidenza pubblica che per la fase interna.
CRITICITÀ NELLA TRASPARENZA DELLA FASE ESECUTIVA. Per quanto riguarda, invece, la trasparenza nella fase esecutiva del contratto, sia le norme, che soprattutto le prassi, presentano alcune criticità, che emergono in tutta evidenza quando gli organi inquirenti accertano fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata nella gestione dei cantieri.
A queste criticità la Guida cerca di dare una risposta, offrendo alle Stazioni Appaltanti suggerimenti e strumenti operativi per rendere più trasparente questa fase del ciclo del contratto pubblico, per la quale i rischi della corruzione e del condizionamento mafioso sono storicamente accertati e si esprimono con maggiore forza e frequenza.
Più in particolare, le metodologie e i documenti, che si propongono, intendono perseguire un più efficace monitoraggio sull’applicazione delle norme vigenti nella fase esecutiva del contratto d’appalto, definendo nel dettaglio metodologie e procedure per la Trasparenza e Tracciabilità del flusso di denaro determinato dall’aggiudicazione ed esecuzione del contratto, nonché penali specifiche e più incisive in caso di inadempienze.
In questa ottica il GdL Legalità e Trasparenza di ITACA ha ritenuto centrale il ruolo delle Regioni nello stimolare, supportare e rendere cogente, anche con legge regionale, una prassi di Trasparenza e Tracciabilità dei contratti pubblici. In particolare, le Regioni potrebbero mettere a disposizione delle singole amministrazioni e degli operatori economici coinvolti una piattaforma con la quale trasmettere le informazioni richieste dalla norma mediante la compilazione di una Scheda T&T informatica, la cui acquisizione, in automatico ed in tempo reale, potrebbe alimentare una base dati di monitoraggio su tutte le filiere di contratti e subcontratti aggiudicati nella regione.
LE NUOVE DIRETTIVE EUROPEE. La realizzazione di tale iniziativa a livello regionale consentirebbe, fra l'altro, di sperimentare concretamente quanto, molto probabilmente, si dovrà applicare a livello nazionale a seguito del recepimento delle nuove direttive europee in materia di appalti, entro aprile 2016.
In tali direttive, infatti, per la prima volta si raccomanda l’introduzione di norme che attengono proprio alla fase esecutiva del contratto. Sia nella direttiva appalti (2014/24/UE, considerando n.105) che in quella relativa ai settori speciali (2015/25/UE, considerando n.110) ed anche in quella delle concessioni (2014/23/UE, considerando n.75) si raccomanda agli Stati membri l’introduzione di specifiche norme in termini espliciti e puntuali: “È inoltre necessario garantire una certa trasparenza nella catena dei subappalti, in quanto ciò fornisce alle amministrazioni aggiudicatrici informazioni su chi è presente nei cantieri edili nei quali si stanno eseguendo i lavori per loro conto o su quali imprese forniscono servizi negli edifici, infrastrutture o aree, ad esempio municipi, scuole comunali, infrastrutture sportive, porti o autostrade, dei quali le amministrazioni aggiudicatrici sono responsabili o su cui hanno un controllo diretto. Dovrebbe essere chiarito che l’obbligo di fornire le necessarie informazioni grava in ogni caso sul contraente principale, in virtù di clausole specifiche che l’amministrazione aggiudicatrice dovrà inserire in tutte le procedure di appalto, o in virtù di obblighi che gli Stati membri imporranno al contraente principale mediante disposizioni di applicazione generale”.
La raccomandazione contenuta nelle premesse delle tre direttive si ritrova in modo esplicito nell'articolato delle stesse: all'art. 71 nella direttiva n.24 (appalti settori ordinari), all'articolo 88 nella direttiva n.25 (settori speciali) e all'articolo n.42 nella direttiva n.23 (concessioni).
INDICAZIONI OPERATIVE PER LA VERIFICA DI CONGRUITÀ DEGLI ONERI AZIENDALI DELLA SICUREZZA NEI CONTRATTI DI LAVORI PUBBLICI. Sempre nella seduta del 19 febbraio scorso, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha approvato il documento “Verifica di congruità degli oneri aziendali della sicurezza nei contratti di lavori pubblici: prime indicazioni operative” (vedi in allegato), adottato dal Consiglio Direttivo di ITACA il 18 dicembre 2014 e dalla Commissione Infrastrutture, Mobilità e Governo del Territorio il 18 febbraio 2015.
Obiettivo del documento fare il punto sulla materia dei costi della sicurezza, ripercorrendo posizioni legislative, giurisprudenziali e dottrinali, fornendo un supporto operativo utile soprattutto alle stazioni appaltanti, ma anche per gli operatori economici, sotto il profilo della valutazione degli oneri aziendali della sicurezza nella fase della gestione delle procedure di affidamento dei contratti di lavori pubblici.
Dopo un “glossario” relativo ai costi e agli oneri della sicurezza e a un breve inquadramento normativo, il documento tratta la valutazione di congruità degli oneri aziendali della sicurezza nel solo caso di lavori pubblici, proponendo un elenco esemplificativo delle voci utili per procedere alla valutazione.