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Appalti pubblici, sensibile contrazione dei tempi processuali. I dati del Consiglio di Stato

Nel 2023 nei processi in materia di appalti pubblici, la durata media di un giudizio è stata di 107 giorni in primo grado e 148 giorni in appello, con una riduzione ulteriore rispetto all’anno precedente. I numeri nella Relazione del Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti

mercoledì 7 febbraio 2024 - Alessandro Giraudi

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“Nei processi in materia di appalti pubblici, dove sensibile è la contrazione dei tempi processuali, la durata media di un giudizio è stata di 107 giorni in primo grado e 148 giorni in appello, con una riduzione ulteriore rispetto all’anno precedente. I tempi sono contenuti anche nelle altre materie e risultano in linea o addirittura inferiori alla media europea”.

Lo ha reso noto il Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, nella Relazione sull’attività della Giustizia amministrativa pubblicata il 5 febbraio 2024.

Sensibile calo delle pendenze nel 2023

“Con riguardo alla necessità di ridurre i tempi della Giustizia amministrativa, nel 2023 sono stati raggiunti importanti risultati, grazie alla straordinaria abnegazione dei magistrati e del personale amministrativo, nonché al supporto dei funzionari addetti all’Ufficio del processo, figura che si auspica il legislatore vorrà inserire ‘a regime’ nell’organizzazione giudiziaria”, sottolinea Maruotti.

“Vi è stata una ulteriore sensibile diminuzione delle pendenze rispetto al 2022.

Presso le Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato, tale diminuzione nell’ultimo anno è stata pari al 20%, poiché il numero delle cause pendenti alla fine del 2022 era pari a 17.057 e si è ridotto a 13.634 al 31 dicembre 2023.

La riduzione dell’arretrato ha caratterizzato anche i Tribunali Amministrativi Regionali, presso i quali le pendenze sono diminuite dell’8,3%, poiché il numero delle cause pendenti al 31 dicembre 2022 era pari a 108.292 e si è ridotto a 99.292 al 31 dicembre 2023.

Il Consiglio di Stato ed i Tribunali amministrativi regionali hanno così raggiunto anche l’obiettivo intermedio previsto dal P.N.R.R., basato sul cd ‘arretrato storico’, e cioè sull’abbattimento del numero dei ricorsi pendenti al 31 dicembre 2019.

Infatti, nel 2023 il Consiglio di Stato ha ridotto le giacenze di tali risalenti ricorsi da 5.212 a 1.230 ed i Tribunali amministrativi regionali da 39.143 a 17.016”.

PNRR e riforma della PA

“Tra gli interventi contemplati nel P.N.R.R., la riforma della pubblica Amministrazione è considerata una precondizione per il rilancio del tessuto produttivo, in termini di semplificazione, di innovazione tecnologica e di capacità di esecuzione degli investimenti.

Va superato per quanto possibile l’insieme ipertrofico di leggi e di regolamenti che a volte determinano un approccio formalistico, avulso dall’effettivo soddisfacimento degli interessi pubblici”, osserva il Presidente del Consiglio di Stato.

Positivo il bilancio dei 50 anni dei TAR

Maruotti ricorda che il legislatore “nel 1971 ha completato il sistema della Giustizia amministrativa, istituendo i Tribunali amministrativi regionali, che hanno cominciato ad esercitare le loro funzioni nel 1974, una volta dotati delle risorse necessarie.

Il bilancio di questo cinquantennio è del tutto positivo ed ha consentito di affermare al meglio le regole dello Stato di diritto. Con l’istituzione dei Tribunali amministrativi regionali, la Giustizia amministrativa si è avvicinata alle esigenze del territorio, con riduzione dei costi di accesso alla giustizia. Il ridotto numero degli appelli proposti avverso le sentenze dei TAR e l’alta percentuale di conferma delle relative statuizioni testimoniano la loro importanza istituzionale”.

Le parole chiave per i giudici amministrativi

Secondo il Presidente di Palazzo Spada, “per esercitare nel modo migliore le funzioni di custodi della legalità dell’azione amministrativa, i giudici amministrativi devono ispirarsi ad alcune ‘parole chiave’, la cui sintesi può costituire un vero e proprio bagaglio culturale di riferimento: ‘autorevolezza istituzionale’, ‘chiarezza’, ‘modernità’ e ‘credibilità’”.

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