“Siamo pronti e determinati a ripartire subito e in sicurezza”. L'appello della filiera delle costruzioni al Governo e al Parlamento è contenuto in una lettera aperta firmata da Angaisa, Federcomated, Federcostruzioni, Federmobili, Fme, Assoposa, Assodimi Assonolo, Harley Dikkinson, e rivolta al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e ai presidenti del Senato e della Camera.
La lettera aperta:
“Siamo pronti e determinati a ripartire subito ed in sicurezza, lo dichiarano con un’unica voce tutte le Associazioni nazionali che rappresentano Il mondo delle costruzioni, oltre 600.000 aziende e 2.000.000 occupati, il 22% del PIL nazionale.
Le grandi e piccole imprese della produzione dei materiali da costruzione di arredamento e di finitura, la loro rete di distribuzione, le imprese del settore costruzioni dalle più grandi alle più piccole, insieme ai professionisti della progettazione e alle imprese che producono, commercializzano e noleggiano le macchine e i motori per i cantieri e ne garantiscono l’indispensabile assistenza tecnica, chiedono di ripartire al più presto possibile, già da questa settimana, perché hanno stabilimenti produttivi sicuri adeguati fin da subito alle nuove norme e pronti ad applicare i protocolli di gestione dell’emergenza che le diverse filiere stanno mettendo a punto, hanno negozi sicuri e adeguati per tornare a ricevere i clienti nel pieno rispetto di tutte le nuove norme comportamentali, hanno cantieri che possono lavorare in sicurezza grazie al protocollo sottoscritto dalle parti sociali nazionali lo scorso 24 marzo, declinate in norme comportamentali dall’Organismo nazionale bilaterale che si occupa specificamente ed esclusivamente della sicurezza e della salute del lavoro in edilizia.
Se riparte tutta la filiera delle costruzioni ci sarà una spinta sensibile alla ripartenza dell’intera economia italiana che sta rischiando, proprio a causa del fermo delle attività dovuto al covid-19, di perdere 9 punti di PIL.
C’è molto da fare nel nostro Paese, anche e soprattutto in questo momento: riparare e manutenere le strade che oggi sono più vuote, riqualificare e mettere in sicurezza le scuole che oggi sono chiuse, riqualificare sul piano energetico e strutturale il parco immobiliare e le periferie delle nostre città, intervenire e recuperare il dissesto idrogeologico dei territori.
Riapriamo i cantieri, mettendo al centro la salute e la sicurezza dei cittadini e degli addetti al settore, e cominciamo a lavorare per aiutare il Paese che non può permettersi una emergenza economica dopo quella sanitaria.
La filiera delle costruzioni può e vuole dare il suo contributo. Noi siamo pronti.”