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Applicazione del Codice di prevenzione incendi: sondaggio tra gli ingegneri

Cni: quasi il 72% degli intervistati conosce il Codice. Una quota del 10%, pur non essendo professionista antincendio, è informato sulla pubblicazione del nuovo decreto

mercoledì 2 novembre 2016 - Redazione Build News

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Ad oltre un anno dalla pubblicazione del DM 03/08/2015 “Norme tecniche di prevenzione incendi” e dopo 10 mesi dalla sua entrata in vigore, il Gdl sicurezza del CNI ha sottoposto lo scorso mese di settembre a tutti gli ingegneri un questionario avente lo scopo di accertare l’opinione maturata dai professionisti antincendio sul nuovo Codice, con riferimento a:

- conoscenza del Codice di prevenzione incendi

- livello di apprezzamento dei nuovi criteri progettuali

- vantaggi e/o difficoltà riscontrate nell’uso del Codice

- impatto sugli stakeholder (professionisti antincendio, VVF, committenti)

- prospettive a breve-medio termine

- suggerimenti migliorativi sul decreto.

I destinatari dell’invito a compilare il questionario sono stati circa n. 170.000 ingegneri a cui il 14 settembre 2016 è stata inviata dal Cni una mail con il link per la compilazione. Il sondaggio è rimasto in linea dal 14 al 30 settembre.

Sono state raccolte n. 2008 risposte, pari a circa l’ 1,2% dei destinatari della mail di invito. Tra i partecipanti si contano comunque il 6,3% dei circa 20.000 ingegneri professionisti antincendio (attualmente regolarmente iscritti agli elenchi del Ministero dell’Interno). Si può pertanto ritenere di aver raggiunto un campione significativo di ingegneri e che il sondaggio abbia quindi tutti i requisiti di attendibilità per poterne dedurre utili informazioni.

11 QUESITI. Il sondaggio è stato articolato su 11 quesiti.

Tra i n. 2008 partecipanti, il 62,6% ha dichiarato di essere un professionista antincendio iscritto agli elenchi del Ministero dell’Interno (DLgs. 139/2006 – ex Legge 818/1984). Se tutti i professionisti antincendio partecipanti al sondaggio sono in regola con l’aggiornamento obbligatorio, la quota corrisponde a circa il 6,3% degli attuali ingegneri iscritti negli elenchi del Ministero dell’Interno.

La distribuzione territoriale dei partecipanti riflette in parte la proporzione degli iscritti ai rispettivi Ordini provinciali, con alcuni picchi di maggior partecipazione nelle provincie dove si ritiene sia stata più curata la formazione sul Codice e/o dove la realtà produttiva ha offerto maggiori opportunità di applicazione.

Quasi il 72% degli intervistati conosce il Codice, quindi esiste una quota (10% circa) di colleghi che, pur non essendo professionista antincendio, è informato sulla pubblicazione del nuovo decreto.

Per quanto riguarda la domanda (rivolta ai soli ingegneri che conoscono il Codice ed hanno avuto almeno una possibilità di utilizzarlo) “Se hai avuto l'opportunità di progettare con il Codice di prevenzione incendi, con quale esito?”, è consistente la percentuale (52,3%) di chi “non ci ha neanche provato”, unita al 10,6% dei professionisti che dopo un tentativo hanno rinunciato, ricorrendo ai metodi tradizionali di progettazione.

Si ritiene di poter individuare nelle risposte successive le ragioni di questo comportamento arrendevole: infatti, tra questi 62,9% (=52,3+10,6) di ingegneri “rinunciatari”, n. 407 (pari a circa il 45%) ha compilato un suggerimento/commento finale (risposta 11), dimostrando interesse per il Codice o comunque la volontà di riprovarci qualora le difficoltà incontrate si potessero risolvere (corsi di formazione, disponibilità e incentivazione da parte dei VVF, maggior tempo disponibile per familiarizzare con il Codice, adeguato riconoscimento economico da parte della committenza).

È infine significativa la quota del 37% di ingegneri che hanno utilizzato il Codice, con o senza qualche difficoltà.

Meritevole di approfondimento la simmetria delle risposte alla domanda sul confronto tra la progettazione con il nuovo Codice rispetto ai criteri generali di prevenzione incendi.

Si ritiene improbabile che oltre il 40% dei colleghi non abbia riscontrato differenze o vantaggi nell’adottare il Codice e che addirittura il 18% abbia dovuto introdurre misure più gravose rispetto alla progettazione ordinaria.

E’ probabile che le risposte siano condizionate più dalle esperienze progettuali pregresse dei professionisti che dall’effettivo utilizzo del Codice.

È infatti noto (fonte VVF) che, alla data di compilazione del presente sondaggio, Comandi VVF d’Italia avevano esaminato circa 250 richieste di valutazione progetto elaborate con il Codice; quindi le 534 risposte alla domanda n. 5 sono state fornite anche da professionisti che non avevano ancora un’esperienza diretta di progettazione con il DM 03/08/2015.

Verosimile e plausibile che il 58,1% degli intervistati abbia adottato solo soluzioni conformi. Interessante che ben il 36% abbia fatto ricorso anche a soluzioni alternative.

Molto incoraggiante la quota del 33,4% degli ingegneri che ritengono il Codice di prevenzione incendi uno strumento innovativo, anche per la sola RTO (applicabile alle attività non normate).

Che il 44% degli intervistati affidi all’integrazione delle RTV l’affermazione del Codice rappresenta il segnale più forte e incontrovertibile che emerge dall’intero sondaggio, confermato anche dai commenti liberi finali che ne ribadiscono la richiesta.

La percentuale degli scettici (22,6%) è significativa, ma fisiologica nel contesto di una nuova regola tecnica radicalmente innovativa.

La maggioranza degli intervistati ritiene che l’affermazione definitiva del Codice sia subordinata all’integrazione delle RTV mancanti. È invece marginale (19,9%) la quota dei colleghi interessata alla cogenza assoluta ed esclusiva del Codice, con l’abolizione del cosiddetto “doppio binario”; infatti chi già utilizza volontariamente ed apprezza gli strumenti del nuovo Codice non avrebbe alcun beneficio dalla sua futura obbligatorietà; di contro, chi non fa ricorso al Codice non ne chiederà mai l’imposizione forzata.

Molto sincera l’autocritica dei professionisti circa l’inerzia nel cimentarsi con il Codice, la naturale resistenza al cambiamento e l’esigenza di un periodo di tempo per assimilare i nuovi metodi di progettazione.

Marginale, ma non trascurabile, la quota di professionisti antincendio che attribuisce anche ai funzionari dei Vigili del Fuoco un “ostacolo” alla diffusione del Codice in termini di indifferenza o disincentivo (come rilevabile dai commenti – risposta 11).

Meritevole di analisi ed approfondimento la responsabilità/resistenza derivante dai committenti, restii a premiare un progetto di maggiore qualità; questa critica può in parte ritorcersi contro i professionisti stessi, nella misura in cui non siano stati in grado di far cogliere al committente i reali e concreti vantaggi (anche economici) derivanti dal nuovo approccio progettuale del Codice.

Molto confortante l’altissima fiducia ed aspettativa (88,3%) dei colleghi nei confronti della formazione organizzata dagli Ordini. Il segnale è chiaro ed induce a proseguire e migliorare nell’offerta formativa.

Il 47% degli intervistati ha lasciato anche un suggerimento/commento per migliorare il Codice e consentirne l’applicazione più agevole e diffusa. I commenti sono stati classificati in 10 categorie, come elencato nella tabella seguente, con indicazione delle relative percentuali.


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