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Approvato il bilancio 2018 di Inarcassa. Redditi in ripresa malgrado la recessione

Redditi e volumi d’affari professionali di ingegneri e architetti registrano un incremento nel 2017 del +4,9% rispetto all’anno precedente

giovedì 18 aprile 2019 - Redazione Build News

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Il Comitato Nazionale dei Delegati di Inarcassa ha approvato, nella riunione del 17 e 18 aprile, il Bilancio consuntivo per l'esercizio 2018. A dispetto di un anno che segna tecnicamente l’entrata in recessione dell’economia italiana, il 2018 si è chiuso per la Cassa con un avanzo economico di 519 milioni di euro. Si tratta di un risultato oltremodo positivo, che ha consentito al patrimonio netto dell’Associazione di superare i 10,6 miliardi di euro, con un rendimento lordo del patrimonio pari al 2,21%.

Al 31 dicembre 2018, la platea degli associati è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2017 (+0,4%) con 168.851 iscritti, cui la Cassa garantisce servizi assistenziali, tutela sociale e sostegno alla professione, e 34.192 pensionati; il risultato è la gestione di un gettito contributivo che nell’anno è stato pari a 1.081 milioni di euro e di prestazioni istituzionali che hanno raggiunto, nello stesso anno, i 689 milioni di euro.

Redditi e volumi d’affari professionali di ingegneri e architetti registrano, in questo Bilancio di esercizio, un incremento nel 2017 del +4,9% rispetto all’anno precedente. La crescita del reddito medio annuo è stata più elevata per gli architetti (+5,1%, pari a 20.050 euro), che per gli ingegneri (+4,3%, pari a 32.215 euro). A questo risultato hanno influito positivamente l’andamento dell’economia italiana nel triennio 2015/2017 e la seppur lieve ripresa delle costruzioni. Ma il divario resta ancora ampio a confronto con i livelli pre-crisi: il monte redditi 2017 degli ingegneri iscritti alla Cassa è più basso del 10% rispetto al 2007; quello degli architetti, più strettamente correlato con il settore delle costruzioni, del 25%.

La solidità dell’Ente – dichiara il presidente Giuseppe Santoro - deriva dalla forte coesione dei nostri stakeholder di riferimento: associati, organi statutari e consiliari che ben conoscono le regole della previdenza. Queste, per loro natura, devono vincere la sfida del tempo e tutelare le aspettative degli iscritti, garantendo continuità di applicazione e sostenibilità nel tempo. In un ambito sempre più complesso, – conclude Santoro – nel quale le reti sociali appaiono rivestire un compito importante per fronteggiare gli effetti dei profondi mutamenti che stanno interessando la società, sarà ineludibile continuare a coniugare capacità predittiva e tempestività di gestione nel breve, medio e lungo periodo.

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