Commentando l'ondata di calore che sta colpendo anche il Nord America, la professoressa ha citato uno studio del Gsa public Buildings service secondo cui le persone presenti in un edificio mantenuto al di sotto dei 23° C soffrivano più facilmente di mal di testa, stanchezza e difficoltà di concentrazione. Dallo studio, inoltre, è emerso che in estate l'aumento della temperatura di circa due gradi in tutti gli edifici federali potrebbe far risparmiare al Governo circa il 4% dell'energia totale annua utilizzata per il raffrescamento.
Che il freddo non porti sempre benefici sui lavoratori è noto ormai da tempo. Già nel 2004 uno studio della Cornell University aveva scoperto che un'aumento della temperatura in un ufficio di 5° C (da 20° C a 25°C) aveva portato i lavoratori a produrre di più e a fare meno errori. In conclusione lo studio aveva stabilito che la temperatura ottimale nei luoghi di lavoro deve oscillare tra 23/24° C.