Al momento è nelle mani di Raffaele Cantone la strada per risolvere il pasticcio del criterio di aggiudicazione da usare nelle procedure negoziate sotto al milione di euro che rischia di bloccare il mercato dei piccoli lavori.
Il ministero delle Infrastrutture ha deciso di chiedere all'Autorità anticorruzione un parere sull'interpretazione da dare alla norma del correttivo appalti (Dlgs 56/2017) che ha innalzato da uno a due milioni la soglia di applicazione del massimo ribasso, condizionando però questa possibilità all'utilizzo di «procedure ordinarie».
Una formulazione che sembrerebbe tagliare fuori tutte le procedure negoziate a inviti, finora ammesse per assegnare le opere di importo fino al milione di euro. La conseguenza dell’innalzamento da 1 a 2 milioni per poter aggiudicare le gare anche con il massimo ribasso, invece di semplificare rischia di complicare la vita delle stazioni appaltanti, vietando il binomio massimo ribasso-procedura negoziata sotto il milione. Nell'incertezza, molte stazioni appaltanti hanno deciso di fermare le gare nell’attesa di un chiarimento che giorno fa aveva annunciato il Mit. Invece proprio quest’ultimo ha deciso di chiamare in causa l'Anac. Nella nota di richiesta del parere, firmata dal capo di gabinetto del ministero, il MIT anticipa peraltro la propria interpretazione, che farebbe salva la possibilità di aggiudicare al massimo ribasso con esclusione automatica delle offerte anomale anche le procedure negoziate fino a un milione, fermo restando l'obbligo di gara sulla base del progetto esecutivo. Questa soluzione è quella auspicata anche da Cna Costruzioni che ha proposto in sede di correttivo al codice l'innalzamento della soglia di applicazione del prezzo più basso (con l’utilizzo del metodo anti-turbativa) proprio per rendere più rapida la strada verso il cantiere delle opere di taglia medio-piccola che rappresenta la stragrande maggioranza del mercato pubblico cui possono accedere le Mpmi.
L'INTERPRETAZIONE DEL MIT FA SALVA LA POSSIBILITÀ DI USARE IL PREZZO PIÙ BASSO NELLE PROCEDURE NEGOZIATE. Il Mit ha chiesto all'Anac di chiarire se «sia possibile utilizzare il criterio del massimo ribasso, con facoltà di esclusione automatica delle offerte anomale, ovvero se tale possibilità, a seguito del correttivo, sia subordinata al ricorso alle procedure ordinarie, e, in tal caso, cosa si intenda per "procedure ordinarie"». Sembrerebbe implicito che il Mit tra queste ultime annoveri (o inviti ad annoverare) anche la procedura negoziata a inviti.
Ora toccherà all'Autorità anticorruzione sciogliere la matassa. Ma nella sostanza il ministero dà già un'indicazione sulla risposta che si aspetta, sottolineando che l'intenzione «del legislatore» era quella di semplificare l'assegnazione delle piccole gare, consentendo «l'utilizzo del minor prezzo con contestuale possibilità di utilizzo del metodo anti turbativa, fino alla soglia di due milioni di euro, innalzando, in tal modo, quella originariamente prevista fino a un milione di euro».
Cna Costruzioni si dichiara pienamente d’accordo con l’interpretazione del Ministero, in caso contrario sarebbe un gravissimo passo indietro nel tentativo di apertura del mercato degli appalti pubblici al sistema delle micro e piccole imprese (auspicato dalla Ue e dal Governo italiano anche nei suoi annunci). Se così non fosse Cna Costruzioni scenderà in campo per difendere tale interpretazione, ovviamente insieme a tutte le altre Organizzazioni nazionali di rappresentanza delle imprese di costruzione.