“Le riforme delle professioni rappresentano una grande opportunità. I nostri problemi non possono essere risolti da una norma, li supereremo solo se il Paese nel suo intero risolverà i suoi”. Con queste parole Armando Zambrano, Presidente del CNI, ha avviato i lavori dell’Assemblea del Consiglio Nazionale degli Ingegneri intitolata “Obiettivo Lavoro”.
Al Governo gli ingegneri italiani chiedono una serie di interventi per aiutare i professionisti a fronteggiare gli effetti della crisi: dalla richiesta di agevolazioni fiscali, a nuove forme di welfare, al ripristino di tariffe di riferimento.
FORMAZIONE. “Fondamentale diventa anche il tema della formazione prosegue Zambrano - Una delle ragioni per cui gli ingegneri italiani sono così richiesti nel mondo è che possiedono una formazione universitaria di base forte. Quella può garantirla al meglio soltanto un percorso quinquennale. Su questo punto abbiamo avviato un confronto costruttivo col Ministro dell’Istruzione”.
“Non si può considerare più marginale il lavoro autonomo – ha concluso il Presidente del CNI - che, anzi, è destinato ad assumere un ruolo sempre più centrale. Non sono istanze difensive, servono a dare una scossa al Paese”.
NENCINI (MIT): SUPERARE LE CARENZE SUL PIANO DEI FINANZIAMENTI. Dopo i saluti di Felice Monaco, Presidente dell’Ordine di Bologna, il primo ospite istituzionale a prendere la parola è stato Riccardo Nencini, Vice Ministro Infrastrutture. “Non ho obiezioni da fare rispetto alle proposte degli ingegneri – ha detto -. All’estero chiedono soprattutto ingegneri italiani. Si fidano delle università italiane. Ma abbiamo meno possibilità di competere con i nostri ingegneri perché le società sono troppo piccole. A tutto questo si aggiunge il forte calo degli investimenti pubblici. Quindi esistono delle carenze sul piano dei finanziamenti che bisognerebbe superare. Ma c’è anche un problema di carenza di progettualità”.
SACCONI: SBAGLIATO AVVICINARE I PROFESSIONISTI AL MONDO DEI LAVORATORI SUBORDINATI. A seguire Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato e relatore del Jobs Act autonomi, ha dichiarato: “Sono attento al tema che voi sollevate, quello della proletarizzazione delle professioni. Ma la strada sbagliata sarebbe quella di avvicinare i professionisti al mondo della subordinazione. Compito del Governo deve essere liberare la funzione professionale dalla pressione fiscale e regolatoria. Ma potenziamento dell’autonomia, dell’indipendenza, dell’orgoglio della professione liberale restano fondamentali per un tipo di attività che resta profondamente diversa rispetto al lavoro subordinato”.
RICERCA DEL CENTRO STUDI CNI. Il Vice Presidente del CNI Fabio Bonfà ha inaugurato la tavola rotonda “Nuove regole per il lavoro professionale” presentando i risultati di una ricerca effettuata dal Centro Studi del CNI tra gli iscritti all’Ordine. “I dati – ha detto - hanno confermato l’alta aspettativa degli ingegneri nei confronti dei possibili interventi del Governo a sostegno della libera professione. In particolare, gli ingegneri lamentano ancora una volta l’abolizione delle tariffe che, a loro avviso, rappresentano uno degli elementi che più ha pesato nel crollo dei fatturati e nella crisi di attività”.
A commentare le richieste degli ingegneri, tra gli altri, Filippo Taddei, Responsabile economia del PD: “C’è un sentiero coerente di trasformazione di questo Paese – ha detto -. Il nostro problema è come fare in modo che i lavoratori potenzino il proprio capitale umano. Occorre investire competenze. Col Jobs act autonomo diciamo: siamo dalla vostra parte quando investite su voi stessi”.