Il Parlamento, in sede di conversione del decreto-legge sulle misure anti-Covid (n. 125/2020), ha approvato definitivamente una norma sulle assemblee condominiali on line che lede gravemente i diritti di tutti i condòmini e, in particolare, dei soggetti più fragili: anziani e famiglie meno abbienti. Lo segnala Confedilizia con riferimento alla norma che introduce la possibilità di svolgere l’assemblea condominiale esclusivamente in videoconferenza con il consenso della “maggioranza dei condòmini”. Tale previsione – che sostituisce la precedente, che prevedeva il necessario consenso di “tutti i condòmini” – impedirà di fatto a milioni di persone, non in grado o comunque nell’impossibilità di utilizzare mezzi telematici, di partecipare alle riunioni di condominio, creando comunque un generale aggravio di costi.
Con tale disposizione – osserva Confedilizia – si cancella in un colpo solo uno dei principii cardine dell’intera disciplina condominiale: la possibilità, per tutti gli aventi diritto, di partecipare all’assemblea per fornire, ciascuno, il proprio contributo alla discussione e alla votazione. E poiché non necessariamente la maggioranza dei condòmini è espressione della maggioranza dei valori millesimali dell’edificio, si avrà l’ulteriore, assurda conseguenza che un gruppo di condòmini numeroso, ma rappresentativo complessivamente di pochi millesimi, potrà vincolare l’intera compagine condominiale.
È facile prevedere la nascita di un diffuso contenzioso, che bloccherà qualsiasi decisione, rendendo in concreto impossibile lo svolgimento sia dell’ordinaria attività condominiale sia di quella straordinaria, ivi compresi i lavori per il Superbonus del 110 per cento, già fortemente ostacolati dalle difficoltà di cittadini, professionisti e imprese nei rapporti con le amministrazioni locali a causa del lavoro a distanza dei dipendenti comunali.
L’auspicio è che – come peraltro preannunciato da esponenti della maggioranza – la norma venga al più presto rivista.
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