Con l’intento di comprendere quale sia l’approccio degli ingegneri alla polizza per responsabilità civile professionale e le problematiche connesse, il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha realizzato, nel mese di luglio 2015, un’apposita rilevazione sugli iscritti all’Albo.
Sono state considerate tre diverse categorie di soggetti: coloro che svolgono in via esclusiva la libera professione, chi svolge contemporaneamente lavoro dipendente e attività da libero professionista e, infine, gli ingegneri che operano esclusivamente come lavoratori dipendenti. I rispondenti all’indagine sono stati 7.242.
I risultati dell'indagine sono contenuti nello studio “La polizza per responsabilità civile professionale. Orientamenti e prospettive degli ingegneri”, che mira a comprendere a quali condizioni il CNI possa promuovere, attraverso un accordo con una compagnia assicurativa, una polizza di tipo collettivo, modulabile in termini di servizi accessori ed a costi contenuti, destinata specificamente agli ingegneri iscritti all’Albo.
I RISULTATI. Questi i principali risultati dell'indagine:
- il 33% di liberi professionisti non è in regola con l’obbligo di stipulare una polizza R.C.;
- il livello di conoscenza delle polizze, del loro contenuto e funzionamento, è piuttosto basso;
- vi è una scarsa adesione alle proposte dei broker selezionati dal Centro Studi CNI e vi è, viceversa, un preponderante numero di sottoscrittori della polizza Willis, conosciuta come polizza Inarcassa;
- l’indice di sinistrosità dichiarato dagli ingegneri risulta molto basso;
- vi è forte attenzione/insoddisfazione per il prezzo delle polizze esistenti sul mercato, fattore decisivo per la scelta in un numero elevato di casi;
- il numero di ingegneri dipendenti che dispongono con certezza di una polizza aziendale, per lo svolgimento di attività assimilabile a quella professionale, è contenuto;
- tra gli ingegneri dipendenti, di una struttura pubblica o privata, vi è scarsa conoscenza e consapevolezza dei contenuti della polizza aziendale;
- il livello di interesse verso una polizza collettiva a contraenza CNI da parte degli ingegneri dipendenti è comunque medio-alta;
- il costo medio ritenuto conveniente per una polizza collettiva è pari a 350 euro tra gli ingegneri liberi professionisti e a circa 200 euro tra coloro che operano esclusivamente come dipendenti di una struttura pubblica o privata.
Lo studio evidenzia che “Gli ingegneri liberi professionisti, e ancor di più i dipendenti, hanno un approccio problematico con l’assicurazione che dipende principalmente da una scarsa propensione a conoscere e approfondire il contenuto e il meccanismo di funzionamento delle polizze e del loro costo, considerato mediamente elevato. Stentano a riconoscerne l’utilità anche per effetto della scarsa sinistrosità generalmente percepita e in molti casi appaiono quasi insofferenti all’obbligo imposto per legge. Probabilmente si sentirebbero rassicurati se la scelta a monte delle migliori condizioni contrattuali fosse fatta da un loro fiduciario completamente disinteressato all’aspetto economico, si può spiegare così la massiccia adesione alla polizza Willis che è considerata (a torto) garantita da Inarcassa”.
POLIZZA COLLETTIVA CONTRATTA DAL CNI. Secondo l'indagine “Una polizza collettiva contratta dal CNI potrebbe garantire (effettivamente) in considerazione del numero enormemente più elevato di sottoscrittori:
1) le migliori condizioni base di una polizza all risks;
2) un prezzo della polizza base decisamente inferiore rispetto a tutti quelli attualmente sul mercato;
3) la scelta di un broker ai massimi livelli di affidabilità attraverso un bando di evidenza pubblica internazionale previa definizione di un capitolato prestazionale predisposto secondo criteri standard di elevata qualità;
4) l’ottenimento di garanzie sulla riassicurazione, a condizioni prestabilite e non eccessivamente onerose, anche in seguito al verificarsi di un sinistro denunciato e risarcito;
5) la possibilità di mettere a disposizione di tutti gli iscritti, con la collaborazione del broker, momenti di informazione/formazione sulle caratteristiche della polizza base fornita, sulle sue possibili implementazioni, nonché, in generale, sui meccanismi di attivazione e di continuità della stessa;
6) la possibilità, da parte del CNI, di conoscere e detenere un volume elevatissimo di dati statistici sul numero, la qualità e l’entità dei sinistri verificatisi nel tempo: dati estremamente preziosi anche in ordine al miglioramento delle condizioni di polizza al rinnovo della stessa.
La polizza base di cui trattasi non dovrebbe essere necessariamente modulata sulle specifiche necessità delle diverse tipologie di professionisti ai quali è destinata essendo possibile, allo scopo, provvedere con polizze integrative, contratte direttamente dagli interessati, con lo stesso broker o con altri riassicuratori.
La polizza base avrebbe, dunque, lo scopo fondamentale di garantire una copertura di buon livello per tutti che, ad un prezzo molto contenuto, consentirebbe di assolvere ad un obbligo di legge anche a quei professionisti che, stando al rilevamento effettuato dal Centro Studi, non sono attualmente in regola”.
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