Con una nota congiunta inviata alla Commissione Garante della concorrenza e del Mercato (AGCOM), Assofrigoristi, assieme a CNA Installazione Impianti, hanno chiesto alla Commissione stessa di prendere in considerazione l’ipotesi di effettuare tutti gli accertamenti necessari per verificare gli eventuali profili di illegittimità circa al comportamento delle aziende distributrici di refrigerante e dei produttori in merito all’aumento, per la verità abnorme e non giustificato, del prezzo dei più usati f-gas negli ultimi tempi.
Con il Regolamento (UE) 517/14 la Commissione Europea ha voluto proseguire il percorso di eliminazione dei gas refrigeranti fluorurati (HFC), istituendo una tempistica per il phase down di taluni composti al fine di ottenere i benefici attesi per l’atmosfera.
In particolare, l’R404A e l’R507, i refrigeranti più diffusi nel settore della refrigerazione commerciale, professionale ed industriale nel nostro paese, no potranno più essere utilizzati a partire dal 2022 in tutti gli impianti commerciali, mentre l’R410A, praticamente il più importante refrigerante per la climatizzazione domestica ha un divieto che ne impedisce l’utilizzo a partire dal 2025.
Era pertanto attesa, e scontata, una riduzione della disponibilità con un aumento dei prezzi degli HFC tradizionali a causa del meccanismo delle quote, che, tra l’altro, sta imponendo radicali cambiamenti nel settore della refrigerazione e del condizionamento dell’aria; il sistema delle quote, infatti, avrebbe, in corrispondenza della scadenza, determinato una importante criticità nel 2018 in termini di bilanciamento della domanda/offerta.
Tale criticità è puntualmente esplosa in quanto i produttori di refrigerante sono soltanto pochissime aziende al mondo che forniscono il prodotto a tutti i distributori italiani e le aziende rivenditrici di refrigeranti, nel giro di pochi mesi, hanno imposto ai costruttori nazionali, agli installatori ed ai manutentori un continuo ed ingiustificato aumento dei prezzi che, dall’inizio dell’anno, è, in qualche caso, anche decuplicato.
Tali aumenti, decisamente spropositati e non giustificabili, secondo CNA Installazione Impianti ed Assofrigoristi, sono chiaramente in violazione delle norme in materia di concorrenza, poiché è evidente che, sebbene risulti necessario realizzare una transizione ai nuovi refrigeranti secondo quanto indicato dal Reg. (UE) 517/14, ma che al tempo stesso i primi divieti sono stati fissati al 2020 e al 2025, non vi sono assolutamente ragioni plausibili per determinare tali dinamiche di prezzo che, nel volgere di così breve tempo, hanno creato gravi svantaggi competitivi tutto il settore in generale ed in particolare alle piccole imprese.