Se il mercato immobiliare tradizionale inizia adesso a far intravedere i primissimi segni di sofferenza a causa del Covid-19, quello delle aste ha subito un contraccolpo immediato a causa del congelamento di tutte le pratiche nei mesi da marzo a luglio. L’effetto coronavirus, stando all’Osservatorio annuale di Immobiliare.it (www.immobiliare.it) sul mercato delle aste immobiliari in Italia è visibile sulla sensibile riduzione dell’offerta, scesa in un anno del 25%. Nulla però ha fermato il crescere dell’interesse verso questo tipo di immobili da parte di chi cerca casa tanto che, rispetto al 2019, le richieste medie per gli annunci in asta risultano in aumento del 71%.
«Le ragioni della crescita delle interazioni degli utenti con gli annunci in asta sono di doppia natura – dichiara Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it – Da una parte viviamo un importante cambiamento culturale che porta le persone a guardare al mercato delle aste con meno scetticismo che in passato. Dall’altra parte, la forte accelerazione sulla digitalizzazione che il settore sta vivendo e a cui abbiamo contribuito, ha portato a una maggiore cura degli annunci online, che li rende ormai equiparabili per ricchezza di immagini e informazioni a quelli del libero mercato, attraendo così più attenzione da parte di chi cerca».
In un mercato percepito come più accessibile a tutti, gioca un ruolo importante anche la possibilità di risparmio offerta da questo tipo di acquisto: dall’analisi emerge che mediamente in Italia il prezzo base d’asta è più basso del 57% rispetto ai valori a libero mercato. Ma ci sono regioni dove questa percentuale supera il 60%, come il Veneto o il Trentino Alto Adige.
Per quanto riguarda le metrature degli immobili all’asta, i tagli restano molto grandi. A livello nazionale la superficie media è di 137 metri quadri, dato che però fatica a trovare riscontro nella domanda, visto che l’interesse maggiore da parte degli utenti viene espresso per monolocali e bilocali, le cui richieste medie sono cresciute rispettivamente del 122% e 83% in un anno.
Analizzando, oltre alle richieste, anche il numero di annunci salvati dagli utenti come “preferiti”, quelli di immobili all’asta sono aumentati dell’81% nell’ultimo anno. Per quanto riguarda i dati sulle regioni, l’interesse è cresciuto di più in Piemonte e in Veneto, in cui è più che raddoppiato. Anche in Lombardia e in Toscana gli utenti si sono mostrati più interessati alle aste, con un incremento delle richieste medie di oltre l’85% rispetto al 2019.
Il mercato nelle grandi città
Fra le grandi città, Milano, Roma e Torino sono quelle in cui si registra l’offerta maggiore di immobili all’asta ed è Milano a offrire le migliori opportunità di risparmio, con uno sconto medio tra prezzo base d’asta e valori a libero mercato pari al 66%.
A eccezione di quelle del Sud, dove si è rilevato comunque un significativo incremento della domanda, nelle grandi città l’interesse verso le aste immobiliari in un anno è più che raddoppiato. A Torino si è registrato un +181% delle richieste, seguito da Firenze (+144%), Milano (+128%) e Bologna (+100%).
Di seguito la tabella riassuntiva del mercato delle aste immobiliari nelle regioni italiane: