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Attestati di Prestazione Energetica (A.P.E.), analisi degli elementi di criticità

La qualità dei certificati non è sempre soddisfacente e le classi di prestazione energetica oggi non risultano comparabili per tutte le regioni

mercoledì 7 gennaio 2015 - Redazione Build News

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In Italia sette amministrazioni hanno adottato un proprio modello regionale di APE, mentre le rimanenti utilizzano il modello proposto dalle Linee Guida Nazionali.

Valore calcolato del fabbisogno di energia primaria specifico EPGL e classe energetica sono legati tra loro secondo due criteri: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Valle d'Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano adottano una classificazione “diretta”, ovvero in funzione del valore di EPGL relazionato a valori limite fissi delle classi energetiche; le rimanenti regioni fanno riferimento alla classificazione proposta dalle Linee Guida Nazionali, ovvero a valori limite espressi sia in funzione della zona climatica - così come individuate all'art. 2 del D.P.R. del 26/08/93 n.412 - che del rapporto di forma dell'edificio S/V (Superficie Disperdente/Volume lordo riscaldato). La Liguria considera anche il fabbisogno di acqua calda sanitaria.

Di seguito sono indicate le modalità con le quali i soggetti certificatori, nelle varie regioni o province autonome, sono tenuti a produrre gli APE che possono essere emessi da software certificato dal CTI, da piattaforma gestita dalla regione oppure da piattaforma gestita dall’organismo di abilitazione. 


APE DEPOSITATI. Gli APE complessivamente depositati presso le diverse amministrazioni (quindi non necessariamente presso gli enti di accreditamento regionali) risultano pari a circa 3,7 milioni. La stima è sicuramente per difetto in quanto non tiene conto delle regioni che non hanno risposto al sondaggio.

Nella sola regione Lombardia sono stati prodotti più della metà dei certificati energetici depositati a livello nazionale.

Questi numeri confermano che la certificazione energetica “funziona”, almeno dal punto di vista quantitativo. È evidente il fatto che il Nord copre il 92% del totale, probabilmente a seguito della migliore tempestività di applicazione della normativa. 


ELEMENTI DI CRITICITÀ. Secondo il Rapporto 2014 del Comitato Termotecnico Italiano (CTI), è necessaria l'armonizzazione delle modalità di controllo della qualità degli APE nelle varie regioni. Un passo significativo è stato ottenuto con l'introduzione di un sistema di controllo indipendente; tuttavia gli approcci sono diversi, soprattutto nel processo di selezione del "campione statisticamente rappresentativo".

Nel caso di ri?certificazione, l'attestazione dovrebbe essere resa da un esperto indipendente.

È necessario promuovere l'analisi critica dei dati raccolti con gli APE al fine di meglio orientare interventi specifici e la politica locale.

La qualità dei certificati non è sempre soddisfacente. Si tratta probabilmente dell’aspetto più problematico che va affrontato applicando le procedure di controllo e con l’aggiornamento dei tecnici.

Le classi di prestazione energetica oggi non risultano comparabili per tutte le regioni: questo, probabilmente, non permette il confronto tra edifici che si trovano in località diverse e soprattutto non facilita la crescita di una reale sensibilità negli utenti. Sarebbe quindi auspicabile che si utilizzi uno standard di classificazione unico per tutto il territorio nazionale oppure che si inserisca negli attestati regionali anche la classificazione nazionale.

Il certificatore qualificato in una regione non può operare in tutto il territorio nazionale. Si tratta di un aspetto che probabilmente porta ad aumentare i costi per il cittadino e che potrebbe essere superato utilizzando una procedura nazionale unificata. L’attuale tendenza è quella di allinearsi alle UNI/TS 11300 e ciò costituirà un passo fondamentale nella direzione auspicata.

Fonte: CTI Rapporto 2014 Attuazione della certificazione energetica degli edifici in Italia

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