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Aumenta di oltre il 30% in dieci anni il reddito complessivo generato dalle professioni non ordinistiche

Nel periodo 2008 – 2018 i professionisti non ordinistici, circa 390 mila persone che operano per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,2%), si sono dimostrati il segmento più dinamico dell’occupazione. Indagine Confcommercio

giovedì 12 novembre 2020 - Redazione Build News

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Nell’ambito del convegno online "Professioni tra emergenza e rilancio", organizzato da Confcommercio Professioni, l'Ufficio Studi di Confcommercio ha realizzato un'indagine sulla situazione e sull'evoluzione delle professioni non ordinistiche – IN ALLEGATO - presentata dal direttore Mariano Bella.

Sono oltre 1 milione e 400 mila i liberi professionisti in Italia, pari al 6,2% degli occupati complessivi e in crescita del 24,2% tra il 2008 il 2018. Tra questi, a crescere di più, del 71,6% nello stesso periodo, sono i professionisti non ordinistici, circa 390 mila persone che operano per la quasi totalità nei servizi di mercato (98,2%) e che si dimostrano il segmento più dinamico dell’occupazione. Aumenta di oltre il 30% in dieci anni il reddito complessivo generato dalle professioni non ordinistiche, pari a 6,5 miliardi di euro, ma diminuisce del 22,6% il reddito medio pro capite sceso a 16mila e 600 euro.

Tra i professionisti non iscritti ad albi o ordini rientrano guide turistiche, amministratori di condominio, formatori e figure emergenti delle nuove professioni, come designer, professionisti Ict, consulenti e formatori di management, wellness coach, wedding planner. Più della metà della categoria svolge attività scientifiche e tecniche ad elevata specializzazione. Tuttavia, a registrare i più forti incrementi tra il 2008 e il 2018 sono le attività complementari dei servizi alla persona, dall’istruzione (+195%) all’assistenza sociale (+123%) e al tempo libero (+93%).

Per il sostegno e il rilancio del settore, Confcommercio Professioni ha elaborato un documento di proposte – IN ALLEGATO - in cui chiede al Governo, in primis, indennizzi e moratorie fiscali e contributive per tutti i professionisti colpiti dagli effetti dell’emergenza sanitaria; accesso alle misure per competitività, innovazione e digitalizzazione delle Pmi; promozione e sostegno ai servizi professionali e alla formazione; un nuovo welfare per i professionisti.

Anna Rita Fioroni, Presidente di Confcommercio Professioni, commentando i dati dell'indagine, ha sottolineato il "bisogno di politiche su misura per il lavoro autonomo professionale che, come emerge dalla nostra ricerca, può continuare a creare nuova occupazione. In questo momento va sostenuta la sopravvivenza delle attività con interventi mirati e immediati, ma per il futuro occorrono autentiche riforme strutturali che favoriscano la competitività a garanzia della scelta di autonomia e indipendenza di ogni professionista”.

Ai lavori del convegno, che si sono aperti con l'intervento del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, hanno partecipato Marco Leonardi, Consigliere del Ministro dell'Economia e delle Finanze e Francesca Puglisi, Sottosegretaria di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che hanno sottolineato le difficoltà del settore dei liberi professionisti ed in particolare per quelle filiere che hanno subito sia direttamente che indirettamente i danni delle chiusure. Dalla cultura al turismo, fino ai lavoratori dello spettacolo e a quelli che lavorano nell'ambito degli eventi, delle fiere e dei congressi.

"La crisi è principalmente di offerta - ha detto Leonardi - e il dovere principale del pubblico è tenere in piedi le attività produttive, compresi i piccolissimi, dopo si può sostenere la domanda. Ci sono tante misure che saranno ancora prese, ma dubito che si tornerà ai sussidi a pioggia, i 600 euro a tutti vorrebbe dire lockdown totale, invece la strategia è ristori mirati con lockdown parziale". "I ristori - ha osservato Leonardi -vanno allargati agli autonomi, così come riforma degli ammortizzatori".

"Per quello che riguarda il mio ministero - ha detto Puglisi - stiamo lavorando alla riforma degli ammortizzatori sociali. Stiamo pensando ad un sistema di tipo assicurativo". "Questa crisi ci ha insegnato che dobbiamo trovare uno strumento diverso, un sistema di addizionali per creare un fondo che sia fruibile da tutti e anche dai lavoratori autonomi". "Dobbiamo lavorare molto sul tema delle politiche attive e della riqualificazione delle competenze anche accompagnando le persone verso un nuovo lavoro". "Dobbiamo riconvocare il tavolo con le professioni - ha concluso Puglisi - per discutere del tema dell'equo compenso".

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