Efficientamento energetico

Aumentano i contenziosi con il Gse sul rilascio dei certificati bianchi

Convegno Assoesco: da un punto di vista legale è dubbio che il meccanismo dei Tee costituisca effettivamente un aiuto di stato

lunedì 7 marzo 2016 - Redazione Build News

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I contenziosi con il Gse relativi al rilascio dei certificati bianchi sono in aumento.

Lo ha confermato l’incontro, dal titolo “Titoli di efficienza Energetica: i rapporti con il GSE, aspetti contrattuali e opportunità nel settore pubblico”, che si è svolto in febbraio a Milano e si è focalizzato in particolare sui Certificati Bianchi, con riferimento alla necessità, da parte delle Energy Service Company, a ricorrere al supporto legale per fare fronte alle difficoltà che nascono nel corso delle procedure per il loro rilascio.

Assoesco aveva già evidenziato lo scorso gennaio la sua posizione sul tema dei Certificati Bianchi chiedendo al Gse: certezza, trasparenza e l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per la definizione dei contenziosi, delle baseline per i risparmi e delle nuove linee guida.

I PROBLEMI PRINCIPALI. I principali problemi nascono da:

- diniego PPPM (Proposte di Progetto e Programma di Misura), mancato aggiornamento del portale con conseguente impossibilità di presentazione RVC (Richiesta di Verifica e Certificazione dei risparmi),

- richiesta integrazione su RVC relative a questioni estranee alla rendicontazione dei risparmi,

- autotutela rispetto a PPPM già approvate, richieste di ispezioni e accesso agli atti.

Ad avvalorare questi dati c’è il censimento condotto da Assoesco fra suoi associati che conferma una situazione critica: i giorni di ritardo nella valutazione di RVC arrivano a 300 (quasi un anno!) nel 21,9% dei casi e che il 68% dei PPPM sono respinte.

I SUGGERIMENTI. Nel corso dell’incontro sono stati forniti utili suggerimenti dal punto di vista legale sul comportamento che le ESCo devono mantenere nella relazione con il Gse, per affrontare eventuali contenziosi da una posizione giuridicamente favorevole:

- mantenere un atteggiamento collaborativo, ma non acquiescente, in particolare qualora ci siano richieste di integrazione

- in caso di diniego PPPM dare risposte puntuali al preavviso di rigetto

- prestare attenzione alla scadenza dei termini per eventuali ricorsi

- non dare per scontato che quanto il Gse chiede sia legittimo

- in caso di ispezione tenere presente che agli ispettori non può essere opposto il segreto industriale

AIUTO DI STATO? Particolarmente interessante l’approfondimento relativo aiuti di stato, motivazione addotta dal Gse a spiegazione dei rigetti degli ultimi mesi. Da un punto di vista legale, infatti, è dubbio che il meccanismo dei Tee costituisca effettivamente un aiuto di stato, in quanto la valutazione della Commissione sulla compatibilità degli aiuti è effettuata caso per caso con diverse interpretazioni sui criteri.

“La situazione è certamente imbarazzante”, afferma Roberto Olivieri Presidente Assoesco, “il 70% dei progetti che afferiscono al meccanismo dei TEE vengono infatti da Energy Service Companies, aziende private il cui modello di business è legato al beneficio in termini di risparmio sulla spesa energetica, che portano ai loro clienti. Per le nostre aziende i Tee non sono una speculazione, ma fanno parte dei benefici di progetto che condividono con i clienti. È sconfortante vedere che queste aziende, che tanto hanno contribuito allo sviluppo dell’efficienza energetica rischiando in proprio, debbano ricorrere a un supporto legale per difendere il loro business”.

“Per la nostra associazione questo è un tema particolarmente caldo, che ci vede attivi su diversi fronti:

- sul piano legale, stipulando convenzioni con studi legali che possano supportare i nostri associati

- sul piano istituzionale, lavorando con Confindustria a un Position Paper sul tema, e richiedendo l’attenzione del Ministero allo Sviluppo Economico sulle criticità emerse nell’erogazione dei titoli.

Mi preme comunque sottolineare l’importanza, ai fini della sensibilizzazione delle Istituzioni, di disporre di prove concrete e di statistiche puntuali: per questo invito tutte le ESCo che operano in questo settore ad arricchire i dati del nostro censimento”, conclude Roberto Olivieri.

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