Tecnologie innovative

Auto elettriche, nanogeneratori per ricavare energia dall'azione degli pneumatici

Dagli Usa un dispositivo che sfrutta l’effetto triboelettrico provocato dalla frizione delle ruote sull'asfalto per produrre energia elettrica

venerdì 10 luglio 2015 - Erika Seghetti

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Se è vero che si sta investendo molto nelle auto eletteriche, è altrettanto vero che un nodo fondamentale da risolvere è quello legato al funzionamento a lunga percorrenza. Le batterie non durano molto e le stazioni di ricarica non hanno ancora una diffusione capillare. Nel panorama della ricerca scientifica sta nascendo però un'alternativa, o meglio una soluzione compensativa: la possibilità che un'auto possa ricavare parte dell'energia dal suolo, grazie all'azione degli pneumatici.

Un team di ricerca dell'Università di Wisconsin-Madison, capitanato dal professore Xudong Wang, ha messo a punto un  elettrodo che alimenta un nanogeneratore sfruttando il cosiddetto effetto triboelettrico. Un fenomeno che, grazie alla frizione fra due superfici, permette il trasferimento di cariche elettriche. Il principio è quello di utilizzare l'attrito tra lo pneumatico e la strada trasformando poi l'energia meccanica in energia elettrica.


Prototipo

Il prototipo è stato testato su una macchina elettrica giocattolo e l'energia ricavata dagli pneumatici è risultata circa il 10% di quella totale necessaria al funzionamento, con un picco pari a 1,79 milliwatt. Partendo dal pressuposto che la potenza generata dipende dalle dimensioni e peso del veicolo, e dalla velocità con cui si viaggia, i ricercatori sono fiduciosi rispetto al risultato ottenibile su una macchina 'vera'. E hanno già fatto i loro calcoli: un auto elettrica come la Nissan Leaf utilizza un motore da 80 kilowatt, riuscire a garantire il 10% dell'energia elettrica significherebbe garantire una copertura di 8 miglia aggiuntivi (circa 13 km); risultati più incoraggianti per i veicoli Tesla, che potrebbero durare per ulteriori 27 miglia (circa 44 km).

Naturalmente i ricercatori sperano di raggiungere risultati più performativi, ma il primo scoglio da affrontare sarà quello di ripodurre l'elettrodo in dimensioni reali e di applicarlo a una vettura non giocattolo.
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