Un team di ricerca dell'Università di Wisconsin-Madison, capitanato dal professore Xudong Wang, ha messo a punto un elettrodo che alimenta un nanogeneratore sfruttando il cosiddetto effetto triboelettrico. Un fenomeno che, grazie alla frizione fra due superfici, permette il trasferimento di cariche elettriche. Il principio è quello di utilizzare l'attrito tra lo pneumatico e la strada trasformando poi l'energia meccanica in energia elettrica.
Il prototipo è stato testato su una macchina elettrica giocattolo e l'energia ricavata dagli pneumatici è risultata circa il 10% di quella totale necessaria al funzionamento, con un picco pari a 1,79 milliwatt. Partendo dal pressuposto che la potenza generata dipende dalle dimensioni e peso del veicolo, e dalla velocità con cui si viaggia, i ricercatori sono fiduciosi rispetto al risultato ottenibile su una macchina 'vera'. E hanno già fatto i loro calcoli: un auto elettrica come la Nissan Leaf utilizza un motore da 80 kilowatt, riuscire a garantire il 10% dell'energia elettrica significherebbe garantire una copertura di 8 miglia aggiuntivi (circa 13 km); risultati più incoraggianti per i veicoli Tesla, che potrebbero durare per ulteriori 27 miglia (circa 44 km).
Naturalmente i ricercatori sperano di raggiungere risultati più performativi, ma il primo scoglio da affrontare sarà quello di ripodurre l'elettrodo in dimensioni reali e di applicarlo a una vettura non giocattolo.