Stato di agitazione permanente fino a quando Pavimental Spa non ritirerà la procedura di mobilità con cui ha annunciato 209 licenziamenti: questa la decisione presa dai sindacati di categoria FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil insieme al coordinamento nazionale dei lavoratori dell’azienda concessionaria Autostrade per l’Italia del Gruppo Atlantia.
“Prendiamo atto della latitanza del Governo rispetto alla questione delle manutenzioni autostradali, in merito alla quale abbiamo chiesto da tempo un incontro urgente sia al Ministero delle Infrastrutture che al Ministero dello Sviluppo Economico e conseguentemente della mancata assegnazione da parte di ASPI di nuovi lavori in house, ma sosteniamo con forza la possibilità di rilanciare l’azienda mettendo in campo un piano industriale che consenta alla società di riposizionarsi nel mercato delle grandi opere e della pavimentazione” spiegano i sindacati chiedendo, in particolare ad Atlantia, maggior azionista di Pavimental “un impegno chiaro nell’investire su una società, fiore all’occhiello del Gruppo, accettando il rischio di mercato e rimettendo in gioco quei capitali che, anche grazie ai lavori di Pavimental, sono stati accumulati sino ad oggi.”
“Gli enormi spazi lasciati dalla crisi delle grandi imprese di costruzione, che spesso è una crisi di liquidità, - spiegano – rendono possibile puntare sul rafforzamento industriale di Pavimental, un soggetto che ha tutte le caratteristiche per occupare quelle posizioni, puntando così al suo rilancio anziché decretarne preventivamente la morte. Non è accettabile che un gruppo come Atlantia, distributore di dividendi milionari ai suoi azionisti fino allo scorso anno, non voglia strategicamente sfruttare le opportunità che il mercato delle grandi infrastrutture oggi potrebbe offrire.”
Dai sindacati infine la richiesta al Governo, di sbloccare subito i lavori di manutenzione delle autostrade per garantire la sicurezza della rete autostradale e la qualità del servizio agli utenti, in questo modo si potrà consentire anche a Pavimental il superamento della fase di crisi transitoria e garantire un futuro ai suoi lavoratori nel mercato nazionale e internazionale delle costruzioni.