“Nel 2022 la produzione di rifiuti costituiti da banconote logore triturate è aumentata del 7 per cento rispetto all’anno precedente”. È quanto si legge nel Rapporto ambientale 2023 della Banca d'Italia.
“La Banca d’Italia cura presso il Servizio Gestione circolazione monetaria e 34 Filiali la selezione periodica delle banconote in circolazione, con l’obiettivo di garantire gli standard di qualità del contante: le banconote che in fase di selezione sono giudicate non più idonee alla circolazione, in quanto logore o usurate, sono ridotte in frammenti.
Di recente la BCE ha rivisto i criteri relativi alla gestione dei rifiuti costituiti da banconote triturate, chiedendo alle banche centrali di abbandonare lo smaltimento in discarica entro il 2022. In linea con queste indicazioni, dal 2023 tutti i rifiuti costituiti da banconote logore triturate prodotti dalla Banca sono conferiti a impianti per la produzione del combustibile solido secondario (CSS) o per il recupero energetico (termovalorizzazione), che rappresentano le modalità di trattamento più idonee dal punto di vista ambientale: grazie a questa iniziativa è stato possibile evitare l’emissione di 37 tonnellate di anidride carbonica equivalente”.
Banconote logore riciclate in mattoni e intonaci a base di calce
Il rapporto di Bankitalia riporta inoltre che “nell’ambito di un progetto della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II sul riuso in edilizia dei prodotti giunti a fine vita, un campione di banconote logore triturate è stato utilizzato per la realizzazione in laboratorio di alcuni campioni di mattoni e di intonaci a base di calce. I risultati ottenuti sono positivi: la presenza dei frammenti di banconote logore nella calce migliora le caratteristiche di resistenza alla flessione del materiale sia nel confronto con i provini realizzati senza additivi, sia rispetto a quelli realizzati addizionando altri prodotti di scarto come materie plastiche e canapa. Alla luce di questi primi risultati, l’Istituto sta valutando le modalità per estendere lo studio anche agli aspetti di fattibilità industriale”.