“Su tutto il territorio nazionale i consumatori hanno diritto ad accedere a un prezzo accessibile, tenuto conto delle specifiche circostanze nazionali, a un adeguato servizio di accesso a internet a banda larga e a servizi di comunicazione vocale, che siano disponibili, al livello qualitativo specificato, ivi inclusa la connessione sottostante, in postazione fissa, da parte di almeno un operatore”.
È questo uno dei principali punti previsti dal decreto legislativo, ancora all’esame del Cdm, finalizzato a recepire il nuovo Codice europeo delle telecomunicazioni elettroniche. In totale 150 pagine per addetti ai lavori.
Sancisce di fatto il principio che rende anche la banda larga su rete fissa, oltre che i servizi voce, un diritto di base per gli utenti delle telecomunicazioni, ovvero un servizio universale. Il diritto non riguarderà quindi solo l’aspetto tecnico ma anche le condizioni economiche di accesso.
Grazie all’attività dell’Agcom dovrebbero essere superate le attuali e anacronistiche regole che prevedono ancora la velocità minima di 56 kbit/s, ed essere verificato che i prezzi al dettaglio siano accessibili anche a consumatori con redditi più bassi.
Secondo la previsione del Il nuovo codice delle Tlc dal 21 dicembre 2021 dovrebbe esserci anche piena armonizzazione a livello Ue. Altra novità, non da poco, la trasparenza in materia di contratti, che si traduce in un prospetto sintetico con le informazioni principali da parte degli operatori, e in un sito indipendente per la comparazione delle tariffe a cui Agcom sta già lavorando.
Dulcis in fundo anche i cosiddetti “over the top”, ovvero le piattaforme digitali e i social network, avranno una serie di obblighi nei confronti degli utenti, qualora i servizi prevedano un contratto e un canone.
Franco Metta