Sulla Gazzetta Ufficiale n. 239 del 14 ottobre è stata pubblicata la delibera n. 65 del 6 agosto 2015 del Cipe (Comitato Interministeriale per la programmazione Economica), relativa al “Fondo sviluppo e coesione 2014-2020: piano di investimenti per la diffusione della banda ultra larga”.
La delibera assegna 2,2 miliardi di euro sulle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014 - 2020, per l’attuazione della strategia nazionale Banda Ultra Larga. I 2,2 miliardi consentiranno di partire immediatamente con la fase attuativa, mentre altre risorse, per un ammontare di circa 1,4 miliardi, saranno conferite al Piano con successivi provvedimenti normativi.
RISORSE PARI A 4,9 MILIARDI. Sono dunque destinati in totale fino a 3,5 miliardi di euro, ma l'impegno ammonta a quasi “5 miliardi complessivi da aggiungere ai 2 miliardi dei fondi regionali europei: già entro l'autunno si potranno aprire le prime gare Infratel”, ha spiegato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. “Se anche i privati faranno la loro parte, come sembra di capire dall'esito della consultazione alla quale hanno partecipato trenta operatori, gli obiettivi della banda ultralarga per tutti i cittadini italiani entro il 2020 sono possibili”, ha sottolineato Giacomelli.
LA STRATEGIA ITALIANA PER LA BANDA ULTRALARGA. Ricordiamo che la Strategia italiana per la banda ultralarga è stata approvata dal Consiglio dei Ministri il 3 marzo 2015 insieme alla Strategia per la crescita digitale 2014-2020. Entrambe le strategie sono state definite dall’Agenzia per l’Italia digitale e dal Ministero dello Sviluppo Economico sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
LE AZIONI. Il nuovo piano nazionale per la Banda Ultralarga si propone un mix virtuoso di investimenti pubblici e privati. Qualora i privati investiranno in misura uguale al pubblico, l’obiettivo che si può raggiungere è superiore a quello minimo europeo. Al fine di creare le condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili, sono previste le seguenti azioni:
- agevolazioni tese ad abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi;
- coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti;
- adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo;
- incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie per promuovere il “salto di qualità”;
- incentivi pubblici per investire nelle aree marginali;
- realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato.
RISORSE. Le risorse pubbliche a disposizione sono i fondi europei Fesr e Feasr, il Fondo di Sviluppo e Coesione, per complessivi 6 miliardi, a cui si sommano i fondi collegati del Piano Juncker.