Il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, è stato audito lo scorso 30 gennaio dinanzi alla Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi correlati.
Oggetto dell’audizione le verifiche compiute dall’ANAC sulle gare per l’assegnazione di appalti di servizi nell’ambito del ciclo dei rifiuti e delle bonifiche in Italia.
Cantone ha evidenziato che il settore dei rifiuti “è un ambito particolarmente delicato e complesso che presenta problematiche che interessano tutte le realtà territoriali italiane sia al Nord, sia al centro che al Sud. In molte regioni, infatti, la gestione dei rifiuti versa in condizioni fortemente critiche ed è attuata con meccanismi ben lontani dal sistema integrato voluto dal legislatore con il Codice dell’ambiente. Anche per queste ragioni, fra i compiti demandati all’Autorità una particolare attenzione è stata dedicata all’attività di vigilanza – nelle sue varie forme - sulle procedure di affidamento di servizi inerenti il ciclo dei rifiuti che, nel quadro dei servizi di pubblica utilità, sono caratterizzati da un elevato impatto economico, tali da essere suscettibili di ripercussioni negative a carico della collettività e da suscitare, come confermato da numerose vicende, gli interessi delle organizzazioni criminali, non di rado di stampo mafioso”.
CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM). Il presidente dell'ANAC ha anche ricordato che “oltre all’attività di vigilanza, nel 2018 l’Autorità ha posto in essere iniziative di tipo regolatorio finalizzate a dare indicazioni operative alle stazioni appaltanti per una corretta introduzione nei bandi di gara dei profili ambientali, anche in aderenza alle previsioni dell’art. 95, comma 6, che prevede la possibilità di valutare, nell’ambito dell’offerta economicamente più vantaggiosa, tra gli altri, criteri ambientali, di contenimento dei consumi energetici e delle risorse ambientali dell’opera o del prodotto.
In tale contesto, assumono particolare rilievo i c.d. “Criteri Ambientali Minimi” (CAM), espressamente previsti dal Codice dei contratti pubblici all’art. 34, a norma del quale le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento, nei documenti progettuali e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei CAM adottati con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM).
In generale, lo stesso art. 34 prevede che i CAM siano tenuti in considerazione anche ai fini della redazione dei documenti di gara e in particolare per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
A tale ultimo riguardo, l’Autorità ha dato alcune prime indicazioni sull’applicazione di tali criteri con le linee guida n. 2 del 18 maggio 2018 in materia di offerta economicamente più vantaggiosa. Le linee guida, nel segnalare che i criteri di valutazione definiti dalla stazione appaltante tengono anche conto dei CAM, evidenziano come i bandi di gara dovrebbero prevedere l’attribuzione di specifici punteggi qualora vengano proposte condizioni superiori a quelle minime previste dai CAM medesimi con riferimento alle specifiche di base e alle clausole contrattuali/condizioni di esecuzione. In sostanza, è stata data alle stazioni appaltanti l’indicazione di premiare le offerte che sotto il profilo ambientale vanno oltre i valori minimi fissati dai CAM. Indicazioni sui CAM sono anche previste nei tre bandi-tipo adottati finora dall’Autorità relativi ai servizi e forniture in generale, ai servizi di pulizia e ai servizi di ingegneria e architettura.
In considerazione dell’importanza del tema, il Consiglio dell’Autorità nel mese di ottobre 2018 ha deliberato l’avvio di un tavolo tecnico sui CAM nel settore edilizio, al quale partecipano il MATTM, il MIT e diverse altre associazioni di categoria.
Nel corso dei lavori finora svolti i partecipanti al tavolo hanno illustrato le istanze e le criticità relative ai CAM, tra cui l’applicazione disomogenea dei criteri; il carattere obbligatorio, cui conseguirebbe il possesso di requisiti di partecipazione alle gare ulteriori rispetto a quelli previsti dal Codice dei contratti pubblici; l’inserimento dei criteri nella fase di progetto, anche allo scopo di quantificare meglio l’importo a base di gara e di definire le attività richieste alle imprese; l’esigenza di un’introduzione graduale all’interno del sistema degli appalti e la necessità di formare adeguatamente le stazioni appaltanti.
Si prevede che tali criticità verranno analizzate dall’Autorità insieme al MATTM, anche in forza di un accordo di collaborazione sulla specifica materia stipulato nel marzo del 2018, e sistematizzate in un documento di consultazione per l’adozione di linee guida rivolte primariamente alle stazioni appaltanti sull’uso ottimale dei criteri e sulle modalità di bilanciamento tra le esigenze di tutela ambientale e quelle di partecipazione alle gare, specie per le piccole e medie imprese”.
In allegato il testo completo dell'audizione di Cantone