“I bassi salari sono elemento di competitività all’estero? La frase del premier può dar vita a interpretazioni fuorvianti ma Fondazione Inarcassa vuole provare a leggerle in modo scevro da pregiudizi con l’unico obiettivo di riportare l’attenzione del dibattito all’aspetto che ha più a cuore: valorizzare la dignità della categoria, qualità che prevale su qualsiasi parametro economico. E siamo certi che anche il Presidente del Consiglio condivida con noi questo obiettivo.”
Così Andrea Tomasi, Presidente di Fondazione Inarcassa (braccio operativo sui temi della professione creato da Inarcassa), in merito a quanto dichiarato dal Presidente Matteo Renzi nei giorni scorsi a proposito della brochure “Invest in Italy” del Ministero dello Sviluppo economico, a commento della quale è nuovamente intervenuto, dimostrando un’apprezzata disponibilità al dialogo con la categoria, anche il Ministro Calenda.
Secondo la Fondazione, la constatazione del Presidente del Consiglio, secondo cui il costo più basso degli ingegneri che operano nel nostro Paese è un fattore di competitività rispetto ai professionisti all’estero, è purtroppo e tristemente aderente alla realtà. Infatti, ricorda Tomasi “gli architetti liberi professionisti sono costretti a vivere con meno di 15 mila euro l’anno”. Una condizione che se da un lato forse può rappresentare un fattore attrattivo per gli investitori dall’altro lato ben definisce la drammatica condizione in cui versano molti lavoratori italiani altamente qualificati, spesso costretti a cercare nuove opportunità all’estero.
“Il profondo malessere vissuto dai nostri giovani e non - conclude Tomasi - è da troppo tempo un muto grido di dolore che i passati governi non hanno saputo e non hanno voluto ascoltare; è anche per questa ragione che inviteremo il Presidente Renzi all’assemblea che Fondazione Inarcassa terrà il prossimo 23 novembre a Roma. Sarà un’occasione per gli oltre 200 delegati che rappresentano 170.000 architetti e ingegneri che vivono di libera professione provenienti da tutto il territorio nazionale, di dare finalmente voce a quella parte dell’Italia che dice sì ai sacrifici, all’impegno e alla crescita e che chiede a questo governo di sostenere il prezioso valore competitivo della professionalità e dei suoi giovani, ad oggi ingiustificatamente sottopagati.”
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